È il giorno del Certificato COVID: quali sono le reazioni?

Gabriele Stentella

13/09/2021

13/09/2021 - 09:24

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Da oggi l’esibizione del Certificato COVID è obbligatoria in Svizzera per accedere a numerosi luoghi al chiuso. Quali sono state le principali reazioni? E qual è la scappatoia che un ristoratore sembra aver trovato?

Oggi chiunque voglia cenare al ristorante al chiuso, fare esercizio fisico in palestra o andare al cinema deve obbligatoriamente esibire le propria certificazione COVID.

Infatti la scorsa settimana il Consiglio federale ha approvato la proposta che prevedeva l’estensione dell’obbligo di certificazione COVID per molti locali al chiuso, sebbene in determinati casi l’obbligo sia vincolato al numero di persone presenti. In alcuni Cantoni della Svizzera è poi stata disposta l’obbligatorietà anche per chi vuole recarsi a seguire le lezioni universitarie in presenza, precedente questo che sta facendo riflettere moltissimi atenei sulla possibilità di adottare soluzioni simili.

Quali sono state le principali reazioni dei contrari a questa misura? Andiamo a vederle insieme.

Certificazione COVID: tra proteste di piazza e indecisione dei datori di lavoro

Negli scorsi giorni in tutta la Svizzera sono tornati a manifestare i contrari al certificato COVID obbligatorio. La platea è apparsa piuttosto variegata, sebbene la maggior parte dei partecipanti fossero scettici della prima ora. Una porzione meno rappresentativa di manifestanti era invece composta da persone che non nutrono sfiducia nei vaccini, quanto nella prosecuzione di determinate misure restrittive per le proprie attività.

Tra i datori di lavoro sembra non esserci ancora una grande propensione nel richiedere la certificazione COVID ai propri dipendenti. Infatti al momento non è ancora previsto per i dipendenti di un’attività l’obbligo di esibire la certificazione COVID nel luogo in cui prestano il loro lavoro, sebbene resta a discrezione del datore imporre o meno l’obbligo.

Secondo quanto riportato da diverse testate, molti datori di lavoro non lo richiederebbero perché nelle loro aziende sono già presenti tutti i dispositivi di protezione contro il contagio da SARS-CoV-2, ma in molti sospettano che si tratti anche di un modo per non allontanare troppi dipendenti non in regola con la vaccinazione. Anche da parte della maggior parte delle grandi società non sembra fino ad ora aver preso piede l’obbligo di certificato COVID.

La possibile scappatoia trovata dai ristoratori per non chiedere il certificato

Nelle ultime ore si sta parlando molto dell’intervista rilasciata a "20 Minuten" da un ristoratore che avrebbe evidenziato una possibile scappatoia per non richiedere il certificato COVID alla sua clientela.

L’intervistato ha dichiarato che se i clienti assumono il ruolo di soci del ristorante non saranno obbligati a esibire il certificato per consumare i pasti nel locale al chiuso. Infatti come già riferito al momento i lavoratori delle attività commerciali non hanno l’obbligo di certificato.

Nonostante questo meccanismo possa sembrare ottimo per aggirare la normativa in maniera legale, diversi esperti sottolineano che i clienti/soci non potrebbero consumare cibo e bevande ai tavoli, in quanto verrebbe a cadere il loro status di lavoratori del ristorante. Si è inoltre invitato a non cercare di infrangere la normativa in alcun modo, dato che le sanzioni potrebbero essere molto salate e comportare anche la chiusura dell’attività.

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