L’auto elettrica non è un obiettivo facile: Volkswagen nei guai si prepara ai tagli

Sara Bracchetti

29 Novembre 2023 - 10:21

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Secondo i dirigenti, il gruppo è leader nel mercato europeo, ma la tecnologia è indietro rispetto alla concorrenza e gli investimenti per l’energia pulita sono bloccati.

L'auto elettrica non è un obiettivo facile: Volkswagen nei guai si prepara ai tagli

Sarà anche che con l’elettrico sono rimasti indietro, rispetto alla concorrenza oltre oceano. Fatto sta che c’era una volta la grande Volkswagen, con la sua qualità riconosciuta ormai universalmente e la stima indiscussa dei consumatori. Adesso non più. Non mentono i numeri: il gruppo versa in cattive acque, qualunque sia il motivo. L’ha ammesso chiaramente, nelle scorse ore, il ceo Thomas Schäfer, nel corso di un confronto con il sindacato IG Metall «Con molte delle nostre strutture, processi, e a causa dei costi elevati, non siamo più competitivi come marchio. La situazione è critica. Non si può andare avanti senza tagli significativi. Dobbiamo affrontare le questioni critiche, compreso il personale».

30mila tagli per risparmiare 10 miliardi di euro

Dunque pronti ai tagli, per rilanciare un’azienda che, forse, ha indugiato troppo, accomodata sugli allori di una reputazione nel frattempo invecchiata. Non si può più vivere di rendita del passato: già lo aveva affermato il precedente ceo, Herbert Diess, ipotizzando la necessità di sfoltire il gruppo di circa 30mila unità su oltre 600mila. A giugno, il marchio ha annunciato un piano di ristrutturazione senza precedenti, ma necessario per recuparare 10 miliardi di euro da margini e utili.

Il sondaggio: 1 su 4 è ancora incredulo

Eppure, c’è ancora chi si mostra ottimista. Una minoranza, fuor di dubbio, intervistata nel corso di un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Civey. Il 23% del campione di 2.500 persone chiamate a dire la loro ha dichiarato che Volkswagen «probabilmente» non è in crisi (18%) o non lo è assolutamente (5%). A fronte, però, di un 28% secondo cui è «sicuramente» in crisi e un 25% «probabilmente sì».

Dalla crisi si esce puntando sull’elettrico

«Quando le persone credono che un marchio sia in crisi, ciò può minare la base della fiducia», ha dichiarato al proposito Parwiz Torgull di Civey, commentando i risultati con l’intento ultimo, però, di lasciare uno spiraglio di salvezza. «La fiducia è la base di un buon rapporto, ma in ogni crisi c’è anche un’opportunità»: vale a dire, convincere nuovi clienti, dal momento che, ci si creda oppure no, «nonostante tutti gli ostacoli, Volkswagen con la sua flotta elettrica è attualmente leader di mercato in Europa, davanti a Tesla e alle altre case concorrenti».

La Corte tedesca ferma l’energia pulita

Davvero? E, se sì, per quanto ancora, davanti a clienti che lamentano però inefficienze? Sono queste le domande su cui il gruppo deve oggi lavorare. Una volta risolto un altro grosso problema. Perché non c’è solo rischio di impresa: l’elettrico si appoggia anche al supporto, morale ed economico, che viene dal governo. E, in questi giorni, la notizia è di quelle cattive: la Corte costituzionale tedesca ha fermato il governo, destinato a concedere 60 miliardi di euro per incentivare l’energia pulita.

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