Taglio dei tassi di interesse solo in estate: l’annuncio della Bce manda i mercati in crisi

Sara Bracchetti

17 Gennaio 2024 - 14:05

condividi
Facebook
twitter whatsapp

Azioni e obbligazioni hanno subito un crollo, in mattinata, dopo che la presidente Christine Lagarde ha vanificato le speranze di chi auspicava un intervento della Bce in primavera.

Taglio dei tassi di interesse solo in estate: l'annuncio della Bce manda i mercati in crisi

Mattinata difficile per i mercati europei. E la colpa è da attribuire a Christine Lagarde: la decisione di comunicare, nelle scorse ore, l’intenzione della Banca centrale europea di ridurre i tassi di interesse soltanto in estate, invece che a marzo come qualcuno sperava, ha creato scompiglio e delusione, affossando azioni e obbligazioni.

La dura lotta contro l’inflazione

L’indice Stoxx Europe 600 a livello regionale è sceso dell’1,2% poco dopo che Lagarde ha affermato che le aspettative del mercato per un taglio dei tassi da parte della Bce questa primavera «non stanno aiutando» la lotta contro l’inflazione.

Nei guai anche la Gran Bretagna

I suoi commenti sono arrivati mentre il FTSE 100 di Londra crollava dell’1,6% dopo che l’inflazione britannica era salita inaspettatamente al 4% a dicembre, spingendo anche i trader a ridimensionare le loro scommesse sui tagli dei tassi della Banca d’Inghilterra.

Il 30% confidava nel mese di marzo

Prima che Lagarde parlasse, i mercati avevano scommesso su un taglio del tasso di interesse di riferimento della Bce entro aprile, attribuendo una probabilità addirittura del 30% a un taglio a marzo. Queste probabilità sono scese al 20% dopo il suo commento.

La questione delle pressioni salariali

Ospite del World Economic Forum, Lagarde ha dichiarato a Bloomberg TV che la Bce riceverà informazioni sulle pressioni salariali entro la «tarda primavera», spiegando dunque le ragioni del ritardo sulla tabella di marcia dei tagli. La consultazione di dati sarebbe infatti auspicabile prima di prendere qualsiasi decisione riguardo alla riduzione degli oneri finanziari.

Un ottimismo infondato

«Ora sembra che le speranze di tagli anticipati dei tassi da parte delle banche centrali globali fossero un po’ troppo ottimistiche», ha affermato Charles Hepworth, direttore degli investimenti di GAM Investments. I titoli europei hanno reagito alla prospettiva di tagli dei tassi d’interesse più tardi del previsto, mentre i gruppi immobiliari sensibili ai tassi hanno registrato tra i peggiori risultati, con discese fin dell’1%.

Il caso particolare del Regno Unito

Anche i mercati obbligazionari sono stati colpiti; i rendimenti dei titoli a 10 anni del Regno Unito, invece, si sono mossi in maniera inversa, salendo di 0,07 punti percentuali al 3,87%. Matthew Landon, stratega del mercato globale presso la JPMorgan Private Bank, ha avvertito che i dati sull’inflazione britannica di mercoledì ritarderebbero quasi certamente una "svolta politica" da parte della Banca d’Inghilterra: «I mercati potrebbero essere troppo entusiasti riguardo al numero dei tagli».

Il debito pubblico e la Federal Reserve

Per quanto riguarda il debito pubblico, i prezzi erano già stati colpiti dopo che il membro del consiglio della Federal Reserve statunitense Christopher Waller aveva avvertito, martedì, che nemmeno la banca centrale americana si sarebbe affrettata a tagliare i tassi, affermando che i politici dovrebbero «prendersi il tempo per assicurarsi che lo facciamo nel modo giusto».

L’obiettivo di un inflazione al 2%

Lagarde ha affermato di essere sempre più fiduciosa che l’inflazione dell’Eurozona scenderà in modo sostenibile fino all’obiettivo del 2% della Bce nel medio termine. La crescita annuale dei prezzi è rallentata da un picco del 10,6% nell’ottobre 2022 al 2,9% il mese scorso.

Il rischio di un’« elevata crescita salariale»

Il presidente della Bce ha però avvertito che, come già si aspettava da tempo, l’inflazione è ancora troppo alta nel settore dei servizi ad alta intensità di lavoro – al 4% a dicembre – e che c’è il rischio di un’elevata crescita salariale, che ha spinto al rialzo la retribuzione per i dipendenti dell’Eurozona del 5,2% lo scorso anno, mantenendo pressioni troppo elevate.

Picco già raggiunto, ma meglio non correre

«A meno di un altro grave shock, abbiamo raggiunto un picco» nei tassi di interesse, ha affermato. «Ma dobbiamo restare restrittivi per tutto il tempo necessario» per garantire che l’inflazione continui a scendere. «Il rischio sarebbe di andare troppo velocemente e di dover poi tornare indietro e fare aumenit dei tassi».

Iscriviti alla newsletter

CAMBIO EURO/FRANCO SVIZZERO

-

-