Italia-Svizzera, treni soppressi e ritardi infiniti: «Questo "servizio" è un fallimento»

Sara Bracchetti

26 Luglio 2022 - 17:36

condividi
Facebook
twitter whatsapp

Storie di ordinaria follia, dal mattino fino all’ora di punta dopo una giornata in ufficio. Si chiamano fuori le Ffs, mentre Tilo si limita a offrire giustificazioni invece di soluzioni.

Italia-Svizzera, treni soppressi e ritardi infiniti: «Questo "servizio" è un fallimento»

La gente, ormai, non ha più voglia nemmeno di protestare: tempo perso, come quello che si consuma invano nell’attesa di un convoglio che non giunge. Raccolta sulla banchina dopo una giornata in ufficio, guarda gli schermi che si aggiornano quasi che prendere il treno, in fondo, questo fosse: aspettare, ben oltre le indicazioni scritte sugli orari ufficiali. E dimenticare, appena scesi, sollevati perché almeno, anche quest’oggi, ce la si è fatta. Di nuovo a casa: e pazienza se sarebbe dovuto essere mezz’ora, un’ora prima. Quando va bene.

Chiasso, binario 11: treno o paradosso?

Chiasso, ore 18 o giù di lì di un lunedì di luglio, l’ultimo di questo 2022. Al binario 11, destinazione Italia, i pendolari fissano le rotaie ancora vuote, là dove dovrebbero già essere i vagoni. Aspettano il solito treno vecchio e pittoresco, con i finestrini abbassati per sopperire alla mancanza di condizionamento interno, i maniglioni rossi e grossi alle porte che non si aprono automaticamente, pretendendo dai passeggeri spirito di iniziativa e impegno talvolta superiori alla forza delle braccia. Tutto normale, di quella norma che è consuetudine e anomalia di un "ritardo puntuale". Non resta che conoscere quanto sarà, quest’oggi. Ma ecco il peggio: una decina di minuti prima delle 18.09, prevista come ora di partenza di rado rispettata, sul display compare la notizia della soppressione. Sintetica, fredda, senza fronzoli.

Ritardi fino a 40 minuti da Basilea

Al binario a fianco, intanto, l’Eurocity verso Milano Centrale se ne va con dieci minuti circa di ritardo. L’S11 successivo proveniente da porta Garibaldi verso il Ticino ne ha già accumulati 40. Cancellato l’Eurocity delle 18.55 proveniente da Basilea. Solo esempi, di un pomeriggio al pari di altri già trascorsi o prossimi a venire: ordinaria follia per chi usa il treno per lavoro e si aspetta che, con la fine delle scuole, le cose non possano che funzionare meglio. Invece.

La solidarietà fra pendolati: A che ora oggi?

Invece il caldo, invece la rotaia del passante di Milano che usura le ruote e costringe i treni a una revisione in officina, provocando soppressioni e relative conseguenze. Le spiegazioni addotte da Trenord appena lette sui giornali sono di quelle che fanno quasi sorridere, mentre i colleghi di rientro da Lugano ironizzano su cene che saltano e serate che si accorciano. Telefonino alla mano per consultare opzioni alternative, a capannelli accettano scommesse anche coi vicini fino a quel momento sconosciuti, da oggi compagni di sventura. Giocano a indovinare chi fra loro arriverà a destinazione prima, mentre progettano di tentare la sorte e «prendere il prossimo» invece di restare a bordo di un convoglio inesorabilmente fermo. Appuntamento a domani, stesso treno, stesso destino, per stilare con leggerezza la classifica.

Ffs e i cantieri estivi in Svizzera

Storie di Tilo, di treni da e verso la Svizzera, di lavoratori che scelgono di evitare l’autostrada e i suoi cantieri ma si ritrovano alle prese con medesimi problemi, sfogandosi con punti esclamativi e di domanda sui post dei gruppi Facebook in serata. Interpellate da moneymag, si chiamano fuori dai giochi e dalle responsabilità più importanti le Ffs: «Saltuariamente si verificano eventi singoli che vanno a influire sull’esercizio ferroviario - conferma Patrick Walser, responsabile comunicazione Ffs Regione Sud - Dal 16 giugno scorso è inoltre in vigore l’orario dei cantieri estivi, che può portare a ritardi nella circolazione dei treni, sia regionali che a lunga percorrenza. Si tratta di una concatenazione di casi che possono impattare negativamente sull’esercizio ferroviario; non si tratta di un problema sistemico. Una volta conclusa la fase dei cantieri estivi la situazione dovrebbe nuovamente stabilizzarsi».

La giustificazione di Tilo: «Molteplici fattori»

Sul fronte Tilo, i portavoce osservano genericamente che «i ritardi e le soppressioni di treni possono essere causati da molteplici fattori. Ad esempio è possibile che si verifichino problemi infrastrutturali, guasti al materiale rotabile, rallentamenti dovuti a cantieri ferroviari oppure eventi naturali. Ogni caso concreto può essere ricondotto a una oppure a più cause». Come se il continuo disservizio potesse essere semplicemente liquidato di volta in volta con l’indicazione di un motivo; e "tanto", o tanto poco, basti. Nello specifico, a generare la situazione intollerabile del 25 luglio sarebbero state le fiamme. «Ieri pomeriggio è divampato un incendio vicino ai binari sulla linea ferroviaria Busto Arsizio-Gallarate-Varese - spiega Giorgia Mosimann, responsabile comunicazione di Tilo - A causa di ciò, nell’orario indicato, le nostre linee transfrontaliere hanno subito ritardi, con conseguenti disagi. A poche ore dall’incendio la circolazione ferroviaria è tornata regolare».

La fantasia del treno come alternativa all’auto

Intanto, in Italia protestano anche i sindaci, a nome e per conto di tutti i cittadini. Si rivolgono a Trenord; chiedono soluzioni e non spiegazioni sterili. «Negli ultimi giorni si è registrata una continua cancellazione di treni in orario di grande affluenza e queste soppressioni non vengono nemmeno annunciate - scrive a nome dei firmatari Paolo Gobbi, primo cittadino di Vignate - Noi sindaci lavoriamo quotidianamente per spingere le nostre comunità a utilizzare i mezzi pubblici per motivi etici, ecologici e per ridurre fortemente il traffico veicolare. Peccato che il treno ormai sia diventato un disservizio. I cittadini continuano a pagare biglietti e abbonamenti, ma non hanno nessuna certezza della puntualità del servizio che stanno pagando».

La petizione su change.org

Già oltre 2mila i nominativi raccolti in poche ora grazie a una petizione dei pendolari lombardi promossa sulla piattaforma change.org che parla di «fallimento della gestione del trasporto pubblico, nonostante gli sterili tentativi politici di usare il Covid19 e i numeri per nascondere un disagio che si misura ogni giorno a bordo dei treni. Chi viaggia è consapevole e rassegnato per questa situazione di disagio continuo. I pendolari lombardi chiedono al Governo regionale un cambio di rotta sulla gestione e supervisione del trasporto pubblico ferroviario regionale, reale e concreto».

La beffa dei rincari in autunno

La beffa? A partire da settembre, i biglietti costeranno pure il 3,82% in più. Per i rimborsi a un disservizio costante, invece, consultare il sito.

Iscriviti alla newsletter