Il prezzo del gas rilancia il telelavoro: le aziende risparmiano, ma chi aiuta le famiglie?

Sara Bracchetti

26 Agosto 2022 - 16:53

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I costi dell’energia rimettono in discussione anche il limite del 25% dell’orario imposto ai frontalieri, che dovrebbe tornare in vigore nel 2023 dopo la deroga del Covid.

Il prezzo del gas rilancia il telelavoro: le aziende risparmiano, ma chi aiuta le famiglie?

Dalla sicurezza sociale al bisogno economico, passando pure per i problemi del traffico. Unico comun denominatore il telelavoro, capace di riunire interessi e urgenze così differenti. Sollecitato e imposto in tempo di Covid, allo scopo di contenere il numero dei contagi; scoperto come possibile e parziale soluzione anche alla questione dell’inquinamento automobilistico, potrebbe ora tornare in auge grazie - o per colpa - dei prezzi dell’energia, che rischiano di mettere in crisi serissima le aziende già provate da difficoltà pregresse. Più lavoratori a casa, meno spese di riscaldamento: facile.

Così lo smart working salverà le aziende

Con buona pace di chi non vedeva l’ora di costringere i frontalieri a ritornare a lavorare in Canton Ticino, privandoli degli agi di chi, cittadino elvetico, non avrebbe invece alcun impedimento legale a operare in smart working. Il tetto del 25% dell’orario settimanale previsto dalle normative, cui si era derogato a causa della pandemia e che si intendeva reintrodurre a partire dal 2023, potrebbe di nuovo essere cancellato fino a data da destinarsi. Perché una nuova emergenza è subentrata alla precedente: quella dei prezzi insostenibili, che rischiano di dare il colpo di grazia alle imprese. In un territorio, come il nostro, dove il nerbo della forza lavoro proviene dall’Italia, non sarebbe saggio considerare i frontalieri una categoria a parte, quasi da punire a discapito del portafogli dei datori di lavoro: ecco dunque che anche per loro il telelavoro potrebbe continuare a essere norma.

Un’idea che aiuta anche l’ambiente

Poca presa aveva avuto, al medesimo fine, l’appello delle due deputate in Gran Consiglio a Bellinzona Cristina Maderni (Plr) e Sabrina Gendotti (Ppd). La scorsa primavera avevano presentato un’interpellanza affinché i dati sui benefici sull’ambiente in tempo di Covid, quando il traffico dall’Italia si era notevolmente ridotto, potessero essere usati per cambiare la legge e il telelavoro potesse diventare un’alternativa allo smog generato dal transito dei frontalieri, comunque indispensabili all’economia ticinese. L’argomento prezzi potrebbe al contrario fare da importante leva sulla decisione di un’ulteriore proroga del lavoro da casa al 100% per tutti, stranieri compresi.

L’amministrazione federale dà l’esempio

Il piano di risparmio energetico rilasciato poche ore fa, del resto, l’ha messo nero su bianco. L’obiettivo della riduzione del 15% dei consumi di gas, di qui a marzo 2023, potrà passare anche dal telelavoro, estrema ratio dopo la riduzione della temperatura nelle stanze di un paio di gradi e l’uso morigerato di dispositivi elettronici, sui quali sarà l’amministrazione federale la prima a dare l’esempio. Buono? Forse per aziende ed enti pubblici, che potranno effettivamente risparmiare sulla bolletta. Scaricando però il problema, serissimo, sui cittadini.

Imprese “salve” (forse), famiglie nei guai

Gli studi sul lavoro in tempi di Covid lo dicono chiaro: lo smart working effettuato nel corso della pandemia ha fatto più che raddoppiare i consumi domestici di luce e gas. Che, sulle tasche, peserebbero quest’anno molto di più del 200% di un 2020 o un 2021: i prezzi dell’energia che continuano a lievitare rischiano di quadruplicare il saldo delle bollette che le famiglie si troverebbero a dover pagare. Proprio in questi giorni, le stime cominciano a infittirsi e dicono tutti la stessa cosa: chi lavora da casa si troverà a fare i conti con situazioni insostenibili. Nella City di Londra , per esempio, i sito di comparazione Uswitch ha stimato che i lavoratori spenderanno 50 sterline a settimana in più; ancora più severo Bloomberg, che calcola circa 175 sterline a settimana per i costi dell’energia e di altre spese accessorie come l’acquisto di caffè, gratis in molti uffici.

Un problema sociale: la soluzione dell’Italia

Un problema sociale dunque che prende il posto di quello economico, sul quale alcuni Paesi già cominciano a ragionare. In Italia, per esempio, proprio ieri Carlo Calenda ha addirittura proposto di sospendere la campagna elettorale per dedicarsi a questioni più urgenti, come la crisi energetica imminente. Nei prossimi giorni, potrebbe essere varata una misura straordinaria di sostegno ad aziende e famiglie, che andrebbe ad aggiungersi al taglio delle accise sui prezzi della benzina. Misura auspicata anche in Svizzera e mai realizzata: resta da vedere che cosa la Confederazione deciderà invece di fare con le bollette delle economie domestiche, sulle quali il telelavoro scaricherebbe i problemi delle aziende.

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