Carenza di manodopera e nuove esigenze dei lavoratori. Come sta cambiando il mercato del lavoro svizzero?

Matteo Casari

28 Aprile 2023 - 11:24

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In un contesto di fosche prospettive economiche, l’importante scarsità di lavoratori specializzati preoccupa le aziende, mentre conferisce a chi è in cerca di impiego un maggiore potere negoziale.

Carenza di manodopera e nuove esigenze dei lavoratori. Come sta cambiando il mercato del lavoro svizzero?

Il mondo del lavoro nel nostro Paese si sta muovendo in una direzione ben definita. La pandemia ha portato nuove tendenze e abitudini, cambiando le priorità e le esigenze dei lavoratori di oggi. Inoltre, la penuria di manodopera qualificata è una problematica che continua a confermarsi nel panorama svizzero, con le aziende che fanno a gara ad aggiudicarsi e mantenere i talenti disponibili.

Mercato del lavoro in mutamento

Secondo lo Swiss Staffingindex, l’attività di collocamento temporaneo dei fornitori di servizi di personale è andata in rosso per la prima volta in due anni, con un calo del 3,4%. Il settore del collocamento a tempo indeterminato è invece in piena espansione, con una crescita del 15,3%. Il motivo? La carenza di manodopera sta diventando sempre più un freno all’attività dei fornitori di questi servizi e all’economia nel suo complesso.
Da un lato, questo scenario di recessione e la normalizzazione post-pandemia hanno riportato i picchi di richieste di lavoro temporaneo su valori standard. Dall’altro lato, le aziende che lavorano ancora a pieno regime si affidano sempre più a posizioni permanenti, poiché il mercato è ritornato più prevedibile e per trattenere meglio il personale.

Situazione tesa per le assunzioni nelle aziende

«La domanda senza precedenti di professionisti qualificati dimostra chiaramente che la carenza di questo tipo di lavoratori in Svizzera continua a peggiorare», osserva Jan Jacob, Country Manager Manpower Group Svizzera. Tre aziende su quattro lamentano infatti difficoltà nel reclutamento di personale specializzato.
Questo sviluppo si fa sentire non poco sul mercato del lavoro. Secondo lo Swiss Job Market Index di Adecco, il numero di posti vacanti nel primo trimestre del 2023 è diminuito solo leggermente rispetto al massimo storico del quarto trimestre del 2022.
«Dopo quasi 3 anni di incertezze legate al Covid, la fiducia si sta diffondendo. Le aziende tornano a investire in posizioni permanenti e assumono sempre più dipendenti temporanei su base permanente» ha affermato Marcel Keller, Country President di Adecco Group Switzerland. «Inoltre, Covid non solo ha ridotto la carenza di lavoratori qualificati, ma ne ha anche aumentato il potere contrattuale, cosicché le aziende stanno facendo tutto il possibile per trattenere i dipendenti, preferibilmente a lungo termine».

Talenti sempre più contesi

Data la situazione difficile del mercato del lavoro, le aziende devono trovare nuovi modi per attrarre i candidati. La generazione Z in particolare risulta molto contesa. Lo dimostra l’ultimo libro bianco della società di consulenza del personale Careerplus, secondo il quale valori e flessibilità sono la chiave del successo.
Il 64% della Generazione Z sogna di fare qualcosa di buono durante la propria carriera, solo il 19% lavorerebbe in un’azienda che non condivide i loro valori. Inoltre, quattro candidati su dieci rifiutano offerte di lavoro senza la possibilità di lavorare da casa. La flessibilità è generalmente una tendenza proprio nelle professioni in cui c’è carenza di lavoratori qualificati.
Un sondaggio condotto dalla piattaforma di collocamento Coople, tra le persone con un profilo professionale medico, mostra che il 76,4% considera un vantaggio la libera organizzazione dell’orario di lavoro. Il 63,1% utilizza la flessibilità come benefit aggiuntivo e il 38,8% ritiene importante un equilibrio tra lavoro e vita privata.

Le prospettive per il futuro

La situazione tesa del mercato del lavoro preoccupa non poco i fornitori di servizi per il personale. Guardando ai prossimi sei mesi, il 46,8% prevede un aumento dell’attività nel settore del lavoro temporaneo. Il 32,5% prospetta anche un ulteriore incremento dell’attività di collocamento permanente. A termine di paragone, nel 1° trimestre del 2022 queste cifre erano rispettivamente del 70 e del 54%.
Il mercato del lavoro inaridito e lo scarso slancio economico sono probabilmente le ragioni principali di questa valutazione da parte dei dirigenti d’azienda. Il fatto che i dipendenti approfittino della buona situazione dell’occupazione per cambiare lavoro o scelgano consapevolmente modelli flessibili, come il lavoro temporaneo, potrebbe comunque avere un impatto positivo sullo sviluppo delle imprese.

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