Lugano, Michele Foletti: "Il futuro della città? Hub per l’innovazione digitale"

Redazione

07/12/2021

07/12/2021 - 13:24

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I punti di forza: stabilità normativa, economica e politica, sicurezza, un quadro fiscale chiaro e non aggressivo. Ma il primo cittadino non dimentica la valenza turistica e culturale di Lugano.

Lugano, Michele Foletti: "Il futuro della città? Hub per l'innovazione digitale"

Con una popolazione di circa 60mila abitanti e un ruolo di primo piano nell’ambito bancario-finanziario, Città di Lugano è impegnata in una consistente attività che ha come obiettivo il riposizionamento del proprio ruolo nel tessuto economico locale e internazionale. Non più solo centro attrattivo per banche, finanza e lusso, ma anche polo di aggregazione per ciò che concerne l’innovazione digitale e - in special modo - per a filiera delle blockchain e delle cripto valute.
Ne abbiamo parlato con il sindaco, Michele Foletti.

Anima finanziaria e anima digitale. Siete sicuri che possano convivere?
Certamente, non possono solo convivere, ma in una certa misura anche supportarsi vicendevolmente. Ad esempio, la piazza finanziaria possiede know-how e accesso a capitali che possono dare una spinta decisiva alle attività imprenditoriali innovative, anche nel campo del digitale. La tradizione, la reputazione e la solidità della piazza finanziaria sono atout che hanno sempre contraddistinto a livello globale la Svizzera. Servizi finanziari di alto livello possono giocare un ruolo importante anche nello sviluppo del settore digitale a Lugano.
Cosa vi fa credere che questa possa essere una strada sulla quale puntare per lo sviluppo della città? Perché ci credete così tanto?
Basta guardare come il digitale ha rivoluzionato e continua a rivoluzionare il modo in cui viviamo per capire che questa è la strada da percorrere. La Svizzera è costantemente in cima alle classifiche dei paesi più innovativi. Non è un caso. Lo sviluppo di questo settore può creare nuove possibilità di impiego oltre a contribuire a diversificare ulteriormente il tessuto economico cittadino e la composizione del gettito fiscale, in passato piuttosto sbilanciato verso il settore bancario-finanziario. Per questi motivi nella recente revisione delle linee di sviluppo il Municipio ha messo l’accento su “Lugano polo dell’innovazione digitale”. Per realizzare questo obiettivo servono sinergie efficaci con il mondo accademico e della ricerca oltre che con le associazioni di categoria che possono fungere da cassa di risonanza rafforzare il posizionamento di Lugano. Alcuni sviluppi interessanti iniziamo già a vederli, pensiamo ad esempio alle applicazioni tecnologiche nel settore della moda.
A ben guardare i concorrenti non vi mancano. Le imprese interessate a investire in questo settore cosa trovano a Lugano, che non hanno altrove?
Stabilità normativa, economica e politica, sicurezza, un quadro fiscale chiaro e non aggressivo. In generale una buona gestione della “cosa pubblica” e manodopera formata. In altre parole il meglio del “sistema Svizzera” e per gli imprenditori della vicina penisola il vantaggio della prossimità geografica, ma anche linguistica e culturale rispetto agli altri cantoni. Senza dimenticare ovviamente l’alta qualità dei servizi, dalla sanità alla formazione, aspetti fondamentali per imprenditori e professionisti e le rispettive famiglie.
Eppure la realtà svizzera ha oggettivamente costi di ingresso più alti della media europea. Come pensate di rendere attrattivo questo nuovo-corso per le imprese estere?
Certo, Lugano e la Svizzera in generale non sono per tutti. I vantaggi elencati precedentemente e l’elevata qualità dei servizi hanno un costo. Allo stesso tempo si tendono a ignorare aspetti importanti. Ad esempio per quanto riguarda il mercato del lavoro, oltre a salari sicuramente sopra la media europea, va considerata la flessibilità del mercato del lavoro e i costi legati alla previdenza e alle assicurazioni sociali, tra i più bassi in Europa.
Parliamo di turismo. Questa estate tutto il Cantone ha vissuto un momento straordinario. Non a caso gli operatori del settore hanno definito i risultati di alberghi e ristorazione, come i migliori degli ultimi 20 anni. Il merito va ricercato soprattutto nella riscoperta del Ticino da parte degli stessi svizzeri. Che cosa intende fare la Città per evitare che quello di questa estate non rimanga solo un “fuoco di paglia”?
Abbiamo assistito a una situazione eccezionale, con numeri altrettanto eccezionali. Considerando che il turismo d’affari e congressuale è ancora molto limitato, l’aumento è stato effettivamente dovuto alla situazione pandemica e alle difficoltà che toccano i viaggi all’estero. Per evitare l’effetto “fuoco di paglia” serve fidelizzare la clientela, andando oltre a paesaggi mozzafiato e bel tempo. Innanzitutto la qualità del servizio. Il costo di un albergo tre stelle a Lugano spesso equivale a quello di un cinque stelle in destinazioni esotiche. Le aspettative della clientela elvetica sono quindi alte. Abbiamo notato con piacere diversi interventi di rinnovo delle strutture ricettive in Città, anche importanti, fondamentali per restare al passo. Anche l’amministrazione comunale fa la sua parte, ad esempio con l’introduzione dell’App MyLugano e del circuito di fidelizzazione esteso ai detentori della MyLugano Pass, vale a dire qualsiasi persona non domiciliata a Lugano, turisti svizzeri e stranieri compresi. Ogni acquisto effettuato presso i partner convenzionati dà diritto ad uno sconto in LVGA Points, la valuta digitale di Lugano, a sua volta spendibile all’interno del circuito. Gli albergatori sono interessati ad aderire a questa iniziativa, intravedendo in MyLugano uno strumento innovativo di fidelizzazione della propria clientela. Sono inoltre convinto che Lugano abbia ancora un forte potenziale inespresso a livello di turismo congressuale. Con le linee di sviluppo, il Municipio conferma la promozione del polo turistico congressuale Campo Marzio Nord in collaborazione con investitori privati.
E poi c’è l’inverno: che rilevanza può avere Lugano per il mercato turistico invernale? Lorenzo Pianezzi, di Hotellerie Suisse Ticino in una recente intervista al nostro giornale, ha sottolineato come a Lugano servirebbero eventi culturali di rilevanza nazionale e internazionale, capaci di attrarre una clientela di livello. Da questo punto di vista, il LAC potrebbe giocare un ruolo strategico. Che ne pensa?
Ritengo che il LAC e il MASI stiano già giocando un ruolo importante in questo senso. Basti pensare che dal 2015 sono passati sul palcoscenico del centro culturale i più grandi interpreti e le maggiori orchestre del mondo, alcuni tra i più importanti attori e registi di lingua italiana per non parlare poi dell’offerta nata nel nostro territorio e che siamo oramai in grado di esportare sui maggiori circuiti. Penso alla Compagnia Finzi Pasca, ai Barocchisti e all’OSI. A questa offerta di primo piano si è aggiunta anche l’opera lirica, prodotta qui a Lugano e non comprata sul mercato delle compagnie di giro. Abbiamo avuto le grandi mostre, penso a Picasso e Magritte, molto apprezzate dal pubblico, ma anche esposizioni di autori contemporanei capaci di attirare gli appassionati dal nord del Paese. Poi è arrivata la pausa forzata del Covid, ma ora, con la ripresa, sono molti i progetti importanti in cantiere per i prossimi anni. La differenza rispetto al passato è che oggi siamo in grado di produrre cultura in maniera innovativa, anche nel digitale, e di esportarla anche in paesi molto più grandi del nostro. Questo grazie al nuovo ruolo assunto dal LAC nello sviluppo culturale. Stiamo parlando di posti di lavoro e nuove competenze, quindi anche di economia e valore che nascono dal settore della cultura, non solo di iniziative mordi e fuggi.
Come in gran parte del Cantone, anche Lugano sta registrando negli ultimi tempi un’impennata nei prezzi delle compravendite delle case. Gli operatori per il momento dicono che è ancora tutto sotto controllo. Da sindaco queste variazioni al rialzo la preoccupano?
Il tema è complesso e in generale il mercato tende a autoregolarsi. Ad esempio, in Ticino e a Lugano vediamo dinamiche diverse da quanto si verifica in altre regioni del Paese. Va anche sottolineato come la pandemia abbia avuto un impatto sulle preferenze dei cittadini per quanto riguarda la scelta dell’abitazione, anche a seguito dell’introduzione massiccia del telelavoro. Questo elemento andrà monitorato. Il vantaggio di Lugano, seconda città svizzera per estensione con i suoi circa 75 chilometri quadrati, sta nel paesaggio molto eterogeneo che va dal lago alle montagne e nell’elevata differenziazione tra i quartieri che la compongono, alcuni centrali e altri più periferici, densamente costruiti o immersi nel verde, popolari o diciamo un po’ più esclusivi. Questo porta ad un’offerta di alloggi variegata, anche a livello di prezzi.

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