Il mercato parallelo permette alla Russia di aggirare il blocco delle importazioni

Redazione

15/08/2022

15/08/2022 - 11:11

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I prodotti arrivano da Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan, dando vita ad un meccanismo che in pochi mesi ha permesso di rispondere una domanda importante del paese.

Il mercato parallelo permette alla Russia di aggirare il blocco delle importazioni

Non è vero che in Russia non si possono più acquistare i beni dei grandi brand occidentali della moda, dell’auto, della tecnologia e del lusso. Nonostante molte aziende abbiano deciso di abbandonare il Paese come reazione all’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Vladimir Putin, i consumatori riescono comunque a fare acquisti come se nulla fosse.

Una domanda importante

La risposta ad una domanda che non è mai cessata arriva dal cosidetto "mercato parallelo", ovvero quelle importazioni dei medesimi beni non più importabili in Russia ma provenienti dagli Stati vicini, che non sono vincolati dal blocco sdelle merci disposto dagli Stati occientali. A raccontare le dinamiche di questa attività è stato il giornale inglese The Guardian.

Risposta del mercato

Uno investitore di Krasnoyarsk, in Siberia, ha realizzato un sistema ingegnoso importando in Russia capi di abbigliamento di una nota marca spagnola che aveva chiuso tutti i propri punti vendita nel Paese, facendoli transitare dal Kazakistan. Un esempio di come il sistema economico nazionale si sia subito organizzato per rispondere ad una domanda che in Russia è rimasta alta.

Sistema quasi ufficiale

Come ha spiegato il Guardian, la Russia ha pubblicato un lungo elenco di beni di case automobilistiche straniere, aziende tecnologiche e marchi di consumo che rientrano nel cosiddetto meccanismo di importazione parallela. Questo meccanismo permette alle imprese russe di acquistare beni al di fuori della Russia, aprendo le porte alle importazioni non ufficiali e ad altri schemi per mantenere pieni gli scaffali dei negozi.

Dove ha inizio la catena

I prodotti che ora arrivano in Russia, originariamente sono destinati all’esportazione verso Paesi che fanno parte dell’Unione economica eurasiatica con i quali Mosca condivide un’unione doganale. Si tratta ad esempio di Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan. Un meccanismo che in pochi mesi ha permesso di alimentare una domanda importante del paese, vanificando in parte la manovra di siolamento dipsota da imprese e governi occidentali. Unica pecca di questo sistema, il costo più elevato dei prodotti importanti seguendo il mercato parallelo. Un sacrificio che i russi sembrano disposti per ora a sopportre.

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