Prezzi dell’energia, i conti in tasca alle famiglie: bollette più care di 367 franchi

Sara Bracchetti

1 Settembre 2022 - 09:26

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Le principali aziende fornitrici hanno comunicato gli incrementi per il 2023: +30% in media con picchi del 50%. In Canton Ticino, rincari dal 24,3% (Massagno) al 30,9% (Lugano).

Prezzi dell'energia, i conti in tasca alle famiglie: bollette più care di 367 franchi

Non mentono i numeri. Una famiglia di quattro persone si ritroverà a sborsare in media 30,60 franchi in più al mese per l’elettricità consumata, 367 franchi all’anno. Una piccola o media impresa farà i conti con 500 franchi aggiuntivi al mese, 6mila franchi all’anno.

Guerra, Coronavirus, poche centrali elettriche

Eccole qui, nero su bianco, le conseguenze della guerra in Ucraina; ma anche della pandemia di Coronavirus e , non ultima, della scarsa disponibilità di centrali elettriche straniere. Nella Svizzera centrale è già una certezza. Le principali società dell’energia aumenteranno i prezzi del 30% in media a partire dal 2023. Ieri l’hanno annunciato già CKW e EWL di Lucerna, EWO e la Schwyzer EBS Energie AG di Obvaldo: le famiglie si troveranno una bolletta più cara fra il 24% (clienti EWL) e 39% (clienti CKW e EWO), complici prezzi di mercato che, spiega CKW, sono aumentati di dieci volte nell’arco di dodici mesi. Ma chi abita altrove non ha da sperare che vada granché meglio. In Canton Ticino, basti qualche percentuale: secondo il nuovo tariffario delle Aziende industriali di Lugano (AIL), appena pubblicato, il rincaro sarà del 30,9%. Per l’Azienda elettrica di Massagno sarà del 24,3%, pari a circa 250 franchi in più in un anno.

Metà della aziende già pronte agli aumenti

Anche se non ancora ufficializzata, la situazione sarà analoga in ogni parte della Confederazione. Le stime parlano di incrementi importanti per almeno la metà dei fornitori di energia, con picchi fino al +50% che, secondo Stefan Meierhans, sorvegliante dei prezzi, potrebbe essere contrastata con una riduzione dei costi di utilizzo della rete, leva contro l’aumento dei costi dell’elettricità.

I dati della Commissione federale dell’elettricità

La Commissione federale dell’elettricità (Elcom) ha raccolto oggi le tariffe che le società intendono applicare ai clienti per il prossimo anno; dati che verranno resi pubblici il prossimo martedì, quando sarà molto più chiaro e completo il quadro che attende i cittadini. Ma le previsioni sono tutt’altro che ottimistiche. Secondo un sondaggio condotto tra 100 aziende che insieme hanno venduto oltre la metà dell’energia totale, il prezzo medio dell’elettricità per le famiglie nel 2023 dovrebbe essere di circa 28 centesimi per kilowattora (kWh), invece di 21 centesimi. A passarsela particolarmente male saranno i clienti privati ​​della società energetica di Svitto EWS e della Waadtländer Romande Energie, con incrementi rispettivamente del 50% e del 49%.

Prezzi all’ingrosso ai massimi storici

La colpa, si giustificano, non è nostra, ma di prezzi record all’ingrosso. Solo chi potrà contare su una produzione interna non sentirà grosse differenze rispetto al passato. Un’abitazione che si appoggia alla centrale elettrica di Nidvaldo (EWN) o la EWZ di Zurigo, per esempio, pagherà solo il 4% in più. Il gruppo energetico bernese BKW lascerà addirittura invariato il prezzo dell’energia addebitando al cliente finale solo gli incrementi dovuti a Swissgrid.

Mister Prezzi: abbassare i costi di uso della rete

Uno spiraglio di relativa salvezza potrebbe venire dalla composizione del prezzo finale, costituito dal 50% di costi per la rete, 30% dell’energia e 20% tasse. Ecco perché Mister prezzi si appella al Consiglio federale, affinché intervenga sui costi legati alla rete. «Oggi i costi di utilizzo della rete elettrica in Svizzera sono estremamente elevati perché i gestori della rete elettrica possono guadagnare un interesse principesco sul loro capitale», ha spiegato Meierhans.

Il Consiglio federale discute, ma non interviene

Dinnanzi a tale scenario, il Consiglio federale non poteva che fermarsi e discutere attentamente sul da farsi. La riunione odierna, 31 agosto, ha approfondito ulteriormente i temi sollevati nel precedente incontro del 24 agosto, quando i consiglieri hanno mostrato preoccupazione seria dinnanzi a un aumento dei costi che ha fatto salire in maniera insolita l’inflazione. Al momento, però, non hanno riscontrato la necessità di misure di contrasto, forti di previsioni che parlano di un calo dell’inflazione nel 2023.

Monitoraggio fino a ottobre, poi se ne riparla

Il monitoraggio, però, è d’obbligo. Il Consiglio federale si riserva dunque di rivedere le proprie decisioni in autunno, a seconda di come si evolverà la situazione, sulla base della relazione del gruppo di lavoro interdipartimentale «Prezzi dell’energia» che riferirà le sue conclusioni fra due mesi.

L’inflazione più alta degli ultimi vent’anni

Per ora, l’inflazione ha raggiunto livelli imprevedibili fin solo qualche mese fa. A luglio, secondo l’indice nazionale dei prezzi al consumo era al 3,4%, cioè il valore più elevato degli ultimi vent’anni almeno. Calcolata su tutto il 2022, la percentuale dovrebbe aggirarsi fra il 2,5% e il 3%. L’economia, di contro, continua a crescere, anche se non come poteva essere se non fosse scoppiata la guerra in Ucraina. Buoni anche i numeri del mercato del lavoro, con un tasso di disoccupazione destagionalizzato del 2,2 % a luglio.

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