Nuovi documenti confermano interferenze russe nelle elezioni americane del 2016

Claudia Mustillo

16 Luglio 2021 - 10:02

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Una fuga di documenti dal Cremlino che confermerebbe le interferenze del presidente Putin nella corsa alla Casa Bianca di Donald Trump, così riporta il Guardian.

Si riaccende il dibattito intorno al russiagate, l’inchiesta giudiziaria nata dai sospetti di un’ingerenza della Russia nella campagna elettorale per le presidenziali negli Stati Uniti nel 2016.

Russiagate, una breve storia

Molti ricorderanno ancora lo scandalo sollevato nei confronti di Donald Trump e delle ingerenze russe, che stando alle dichiarazioni del New York Times, si sono mosse con intercettazioni, divulgazione di documenti sul partito rivale e del partito rivale e una forte attività sui social in particolare Facebook e Twitter.

L’inchiesta ha portato all’incriminazione di 12 cittadini russi legati all’intelligence militare russa e numerosi altri collaboratori del presidente Trump sono stati accusati e poi salvati con la grazia.

I nuovi documenti su Putin e Trump

Il Guardian ha ottenuto dei documenti del Cremlino che dimostrano come all’inizio del 2016 il presidente russo Vladimir Putin ha autorizzato una operazione per sostenere l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca.

La domanda sorge spontanea, quale è stato l’interesse russo nell’elezione del presidente Trump? La risposta è molto facile: far avanzare gli interessi russi, creando quello che gli stessi hanno definito "lo scenario politico teorico" favorito.

In particolare, come riporta il Guardian, la relazione “No 32-04 \ vd” descrive il candidato Trump spiegando che è il "più promettente", ovviamente dal punto di vista degli interessi russi. Viene valutato il profilo psicologico dell’ex presidente che è descritto come "individuo impulsivo, mentalmente instabile e squilibrato che soffre di un complesso di inferiorità", si legge sul Guardian.

Quello che si evince dai documenti è che questi non nominano mai i rivali, in particolare Hilary Clinton candidata in corsa alle presidenziali del 2016 per i democratici, ma suggerivano d’impiegare ogni mezzo e risorsa per indebolire la figura dei rivali di Trump e creare dei veri e propri "virus mediatici" che avrebbero distolto l’opinione pubblica, in particolare in alcun target specifici di elettori.

Infine, secondo questi documenti ottenuti dal Guardian, ogni agenzia di spionaggio avrebbe ricevuto un ruolo e quindi un compito diverso per la corsa alla Casa Bianca del favorito. Il ministro della Difesa fu incaricato di coordinare tutto il lavoro, nonché raccogliere e sistemare le informazioni.

L’esperto di agenzie di spionaggio russe, Andrei Soldatov, ha affermato che tutto questo materiale ottenuto "riflette la realtà".

"È coerente con le procedure dei servizi di sicurezza e del consiglio di sicurezza. Le decisioni vengono sempre prese in questo modo, con consiglieri che forniscono informazioni al presidente e una catena di comando", ha detto al Gurdian.

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