Gender gap e investimenti. Gli uomini amano il rischio, le donne guardano a lungo termine

Matteo Casari

04/07/2023

04/07/2023 - 18:23

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Gli uomini sono più propensi a investire il denaro rispetto alle donne. Differenze significative si denotano anche nel confronto tra le generazioni. La ricerca di AXA.

Gender gap e investimenti. Gli uomini amano il rischio, le donne guardano a lungo termine

Nel mondo degli investimenti si delinea un chiaro gender gap: gli uomini investono più frequentemente e con somme maggiori, oltre ad avere una più alta propensione al rischio. Al tempo stesso le donne si mostrano più risolute in questa attività, dato che gli uomini cambiano strategia tre volte più spesso rispetto a loro. Anche tra giovani e anziani si denota un approccio nettamente diverso, con preferenze decisamente diverse in base al rischio e ai vari settori. È quanto emerge da una ricerca di AXA condotta su 1250 clienti di sesso maschile e femminile nell’arco di due anni.

Gli uomini preferiscono le azioni

Non solo le donne investono meno ma, quando lo fanno, le somme sono più esigue e le allocazioni nettamente meno rischiose. Lo studio di AXA afferma che volume di investimenti medi si colloca a 90.000 franchi per gli uomini e 75.000 franchi per le donne, con un intervallo che spazia da 7.500 a 1,2 milioni di franchi per persona. Mentre gli investitori in media scelgono una quota azionaria del 63%, le investitrici optano per una componente mediamente inferiore di dieci punti percentuali e investono in misura maggiore in metalli preziosi e immobili.
Secondo i dati di AXA, gli uomini definiscono una strategia individuale (32%) più spesso delle donne (25%) e la rimodulano con una frequenza tre volte maggiore. Le investitrici ruotano quindi il proprio portafoglio meno spesso – una scelta perlopiù vincente per gli investimenti a lungo termine.

«Il fatto che le investitrici siano sostanzialmente più caute rispetto agli investitori è stato dimostrato da vari studi sul comportamento di allocazione. Al contempo emerge anche che le donne si sopravvalutano meno spesso, compiono meno operazioni speculative, effettuano minori riallocazioni continue e così conseguono risultati migliori in una prospettiva di lungo termine».
Lukas Kienast, responsabile Gestione prodotti Previdenza privata, AXA

 

Le differenze tra giovani e anziani

Le statistiche di AXA denotano anche che tra le persone di età inferiore ai 50 anni la differenza tra investitori e investitrici sul versante della propensione al rischio è ancora più accentuata. In questa fascia di età le donne investono in azioni addirittura il 15% in meno rispetto ai loro coetanei.
Si potrebbe anche dire che i giovani investitori hanno una spiccata propensione al rischio. Infatti, in generale questi scelgono una quota azionaria superiore rispetto ai più anziani: 71% tra gli uomini di età compresa fra 31 e 40 anni, soltanto 45% tra gli ultrasettantenni. «Questa distribuzione ha una sua logica, in quanto con l’avanzare dell’età di norma l’orizzonte temporale degli investimenti si accorcia», spiega Lukas Kienast.

Oro e metalli preziosi

Oltre alle azioni, i giovani puntano sui metalli preziosi, mentre i più anziani prediligono gli immobili. «Spesso gli investitori più anziani hanno giù avuto esperienze con l’oro e sanno quindi che, contrariamente all’opinione diffusa, il corso del metallo giallo è altamente volatile. E qui si evidenzia forse anche una particolare affinità dei più giovani verso particolari classi d’investimento, tra cui rientrano più i metalli preziosi che gli immobili», afferma l’esperto in materia di investimenti.

Strategie di investimento in base all’età

Per quanto riguarda il volume delle allocazioni, si delinea un quadro ben chiaro: fino a 65 anni le somme investite aumentano, per poi tornare a scendere. Le persone di età compresa tra i 61 e i 70 anni investono in media CHF 105.000, il doppio rispetto a persone che hanno 20 anni in meno.
Queste ultime però si creano incredibilmente spesso una propria strategia d’investimento e rifiutano quella proposta, segnatamente nel 55% dei casi, mentre nelle fasce di età sia più giovani che più vecchie solo il 26% adotta una propria strategia. «La clientela tra i 40 e i 50 anni sembra avere preferenze ben chiare ed è molto convinta delle proprie idee d’investimento», afferma Kienast.

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