Inflazione e clima tolgono il sonno agli svizzeri. Intanto aumentano i frontalieri della spesa

Matteo Casari

26 Maggio 2023 - 09:53

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Un sondaggio ha chiesto ai cittadini elvetici cosa li preoccupa maggiormente in questo momento.

Inflazione e clima tolgono il sonno agli svizzeri. Intanto aumentano i frontalieri della spesa

Alla domanda su quale sia la maggiore preoccupazione del momento, più di due terzi degli svizzeri hanno messo al primo posto l’inflazione. Sono soprattutto i prezzi dell’energia e le spese per le vacanze ha pesare sui portafogli. È quanto emerge da un sondaggio rappresentativo di comparis.ch.

Di conseguenza, le persone sono pessimiste riguardo il futuro: uno svizzero su quattro prevede un peggioramento finanziario nell’anno in corso rispetto al 2022. «L’aumento dei costi si nota direttamente nell’acquisto di generi alimentari, nel pagamento dell’affitto mensile e dell’assicurazione sanitaria, nonché nella prenotazione delle vacanze. Tutto ciò ha un forte impatto sull’umore», afferma Michael Kuhn, esperto di finanza al consumo di Comparis.

"Tutto diventa più caro”

Questa espressione sempre più comune si riflette nei timori degli svizzeri: il 69% è preoccupato per l’inflazione nel paese, il 71% per l’inflazione globale. Il cambiamento climatico (65%), le difficoltà di approvvigionamento (57%) e altri temi seguono in questa lista.
Il timore di un aumento dei prezzi è diventato concrerto nel giro di pochi mesi. Nel dicembre 2022, le preoccupazioni per il cambiamento climatico erano al primo posto (68%). L’inflazione globale (66%, 5 punti percentuali in meno rispetto a oggi) e l’inflazione in Svizzera (64%, anch’essa 5 punti in meno) erano rispettivamente al secondo e terzo posto.

Quanto ci preoccupa il clima?

«Con l’aumento dei prezzi, il cambiamento climatico sembra perdere di importanza», afferma Michael Kuhn. Quest’anno, ad esempio, solo l’8% vuole compensare le proprie emissioni di CO₂ quando viaggia in aereo o in crociera. Nel 2020 e nel 2021, la percentuale era ancora del 13% . Anche la disponibilità a ridurre i viaggi in aereo a causa del dibattito sul clima è diminuita costantemente: dal 29% nel 2021 al 24% nel maggio 2023.
Le donne continuano a essere molto più preoccupate dei cambiamenti climatici (70%, in calo rispetto al 74% del dicembre 2022) rispetto agli uomini (60%, in calo rispetto al 63% del dicembre 2022).
C’è anche un grande divario in base al livello di istruzione: il 61% delle persone con un livello basso o medio è fortemente o molto preoccupato per i cambiamenti climatici, mentre la cifra per le persone con un livello elevato sale al 70%.

Aumento per acanze ed energia

Il 72% degli intervistati dichiara di sentire l’inflazione da forte a molto forte nel proprio bilancio familiare, più evidente nei prezzi dell’energia per il riscaldamento: il 72% avverte l’aumento dei prezzi in maniera da forte a molto forte. Il fatto che le vacanze siano diventate più costose è percepito dal 65%, un numero significativamente maggiore rispetto al sondaggio del dicembre 2022 (55%).
Infatti, i prezzi dell’energia per il riscaldamento (gas, gasolio, legna da ardere e teleriscaldamento) sono aumentati del 24% nel 1° trimestre in confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Anche nel segmento delle vacanze si sono registrati forti rincari: Ad esempio, i prezzi dei pacchetti vacanza sono aumentati del 16% e quelli dei viaggi aerei addirittura del 40%.

Una persona su due rimanda gli acquisti

Interrogati sul loro comportamento a causa dell’attuale inflazione, il 52% di tutti coloro che sono preoccupati per l’inflazione ha ammesso di dover rinunciare ad acquisti importanti come mobili e veicoli. Il 49% dichiara che risparmierà di più e consumerà di meno, mentre il 13% vuole investire di più in fondi e azioni. Le cifre non sono cambiate rispetto al sondaggio del dicembre 2022.
«Continua l’evoluzione già in atto durante la fase critica della pandemia di coronavirus: la maggioranza degli svizzeri rimanda gli acquisti costosi a causa della situazione di incertezza finanziaria», analizza Kuhn.
Il 5% degli intervistati preoccupati per l’inflazione prevede di rivolgersi a un banco dei pegni per depositare gioielli, vestiti e altri oggetti in cambio di contanti. Il 4% prevede di ricorrere a un prestito al consumo.

Pessimismo assicurazione e affitti

Ben il 27% degli adulti svizzeri prevede un peggioramento della propria situazione finanziaria nel prossimo anno. Il motivo principale di queste prospettive pessimistiche, citato dal 67% degli intervistati, è il forte aumento dei premi dell’assicurazione sanitaria (dicembre 2022: 76%). L’incremento dei prezzi degli affitti o dei mutui segue al secondo posto con il 39% (dicembre 2022: 38%). Nelle opzioni di risposta libera, molti intervistati lamentano che «tutto diventa sempre più costoso».
Kuhn spiega: «L’aumento dei costi si nota direttamente quando si acquistano generi alimentari, si paga l’affitto mensile e l’assicurazione sanitaria, e quando si prenotano le vacanze. Questo ha un impatto massiccio sull’umore».

Sempre più “frontalieri della spesa” in Ticino

Quando gli svizzeri devono risparmiare o hanno troppo poco denaro, il 72% vuole evitare le spese inutili e gli acquisti d’impulso. A questo segue un comportamento d’acquisto più consapevole: il 64% utilizza gli sconti ogni volta che è possibile, il 52% confronta attentamente i prezzi dei diversi fornitori e acquista l’offerta più economica, e il 49% fa acquisti nei discount. Nella Svizzera italiana, il 54% dichiara di fare la spesa anche all’estero (in totale la Svizzera è al 24%, la Svizzera francese al 23% e la Svizzera tedesca al 22%).
«Le persone che vivono in una regione di confine sfruttano più spesso le opportunità di shopping a buon mercato nei Paesi esteri vicini rispetto alle persone che vivono nei Cantoni centrali - e questo nonostante il fatto che l’inflazione nei Paesi vicini sia stata finora significativamente più alta che in Svizzera», afferma Kuhn.

Aumenti salariali e bonus per i più ottimisti

Tra coloro che prevedono un miglioramento della propria situazione finanziaria rispetto all’anno precedente, il 37% indica un aumento dello stipendio o dei bonus per sé o per il proprio partner. Le differenze in base al reddito lordo mensile sono impressionanti: con uno stipendio superiore a 8.000 franchi svizzeri, il 46% si aspetta un aumento di stipendio o bonus, mentre con un reddito fino a 4.000 franchi svizzeri la percentuale è solo del 22%.
«Il divario salariale non è evidente solo negli aumenti di stipendio e nei bonus», afferma Kuhn. «Anche nell’attuale situazione economica, caratterizzata da un’inflazione elevata, sono i lavoratori a basso reddito a fare più fatica». Ad esempio, il 40% di coloro che hanno un reddito lordo inferiore a 4.000 franchi al mese afferma di dover stare attento al franco e di dover fare molti tagli per riuscire a pagare tutte le bollette.
Per i cittadini a reddito medio (da 4.000 a 8.000 franchi), la percentuale è del 19% e per quelli a reddito elevato (oltre 8.000 franchi) del 4%. Per un altro 14% di persone a basso reddito, il denaro non è affatto sufficiente, mentre per i cittadini a reddito medio, questo vale per il 2,6% degli intervistati.

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