Nel 2019 erano 1’200 i residenti ticinesi che hanno deciso di abbracciare lo status del frontalierato, trasferendosi oltre confine. I motivi? Costo della vita inferiore e accesso al mercato immobiliare facilitato.
Non solo italiani che vengono a lavorare in Ticino. Ora anche i ticinesi scelgono di trasferirsi oltre confine per diventare a loro volta frontalieri. Certo, non è una novità, ma per la prima volta se ne può parlare concretamente, con dati alla mano. L’Ufficio federale di statistica (Ust) ha infatti pubblicato i numeri relativi al periodo di tempo 2013-2019, dai quali emerge come il frontalierato al contrario sia un fenomeno ampiamente diffuso.
In pochi anni, gli 800 residenti ticinesi che nel 2013 sono diventati frontalieri, sono passati a essere 1’200 nel 2019. Rispettivamente gli svizzeri doc, con passaporto rossocrociato in mano, sono aumentati da 300 a 350.
A darne notizia la Rsi ai cui microfoni Francesco Giudici, responsabile del settore società dell’Ust, ha spiegato: «Nel 2019 sono di più le persone che da residenti diventano frontalieri, rispetto alle persone che da frontalieri diventano residenti». Per quanto riguarda i motivi però è «difficile capirli». «Non abbiamo dati che permettano di dire con precisione quali siano le ragioni personali che spingano a queste scelte». Tra le ipotesi: «il minor costo della vita in Italia, legato al fatto che, ad esempio, non vi è l’obbligo di pagare una cassa malati. E abbiamo pensato anche all’acquisto di una casa. È più facile accedere al mercato immobiliare italiano, rispetto al Ticino».
Il Ticino piace sempre meno?
L’Ust ha anche provato a delineare l’identikit dei frontalieri al contrario. «Tra le persone che da residenti sono divenute frontaliere – prosegue Giudici –, c’è stato un aumento soprattutto degli stranieri con più di 40 anni, ma soprattutto ex residenti nel Mendrisiotto. Si può ipotizzare che si tratti di persone arrivate in Ticino, quindi residenti, ma che sono rimaste straniere che non hanno richiesto la nazionalità. Il dato che fa pensare che si tratti di un ritorno è il fatto che sono persone con più di 40 anni. Si può ipotizzare che, dopo la prima esperienza lavorativa, hanno deciso di tornare nuovamente in Italia».
L’Italia non è esattamente un paradiso fiscale, ma...
Tra le testimonianze raccolte dall’emittente televisiva, c’è Linda, una giovane ticinese che da Arbedo ha deciso di spostarsi oltre confine: «Vivere ad Arbedo era bello, mi piaceva. Per me è il posto migliore dove stare. Nel 2019 ho conosciuto quello che adesso è mio marito, Fabio. Poi è arrivato il lockdown, per cui per tre mesi siamo rimasti separati senza poterci vedere». Dopo un primo trasferimento da parte di Fabio nel comune ticinese, i due hanno poi deciso di ricollocarsi in Italia: «Ai tempi lui lavorava in un ristorante in cucina, con orari complicati. Diventava veramente difficile fare avanti e indietro da Bellinzona a Milano. Era pesante anche a livello economico». Dopo il trasferimento a Cantello: «economicamente è cambiato tutto. Prima non riuscivo a mettere via niente o lo usavo per pagare le imposte. Ora in percentuale riesco a ad mettere via quasi il 50% dello stipendio». A diminuire anche le spese «del 70-80%». Il trasferimento «mi ha permesso di comprare casa, cosa che finché vivevo in Svizzera non sarei mai riuscita a fare».
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