Donne in cerca di aiuto: ma per le vittime di violenza ci sono sempre meno soldi

Sara Bracchetti

9 Giugno 2022 - 09:52

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Lesioni, ricatti, minacce e violenze sessuali: in aumento le richieste presentate ai centri di assistenza. I 4,8 milioni di franchi stanziati nel 2021 corrispondono però a un calo del 10% in un anno soltanto.

Donne in cerca di aiuto: ma per le vittime di violenza ci sono sempre meno soldi

Donne, in sette casi su dieci: sono loro a presentare sempre più richieste di aiuto, per aver subito lesioni, ricatti, minacce o violenze a sfondo sessuale. I numeri sono in aumento: lo scorso anno, i centri specializzati nell’assistenza alle vittime hanno registrato 44.633 consultazioni, +3%. Eppure, gli importi degli indennizzi e delle riparazioni morali non sono mai stati così bassi: i 4,8 milioni di franchi stanziati corrispondono infatti a un decremento del 10% degli importi nell’arco di appena un anno.

Uno su cinque è minorenne

L’opportunità è offerta da una legge entrata in vigore nel 1993, che garantisce aiuto gratuito a chi veda compromessa la propria integrità fisica, psichica o sessuale in seguito a un reato, contemplando anche indennizzi o riparazioni morali per il danno subito. Sul totale di consultazioni effettuate nel 2021, il 74% delle vittime o dei familiari erano di sesso femminile. Circa un quinto delle consultazioni riguardava minorenni, e nel 51% dei casi si trattava di persone di nazionalità svizzera.

Atti sessuali con fanciulli: +10%

In termini di reati, il 46% dei casi ha riguardato lesioni personali o vie di fatto; il 33% estorsione e ricatto, minacce o coercizione; il 31% l’integrità sessuale. Netto l’incremento delle denunce relative ad atti sessuali con fanciulli, così come delle coercizioni sessuali e delle violenze carnali, aumentate di oltre il 10% rispetto al 2020. Il supporto fornito dai centri è stato di natura prevalentemente giuridica (69%); a seguire l’assistenza psicologica (57%) e quella sociale (31%).

In calo le richieste di risarcimento

Contributi alle spese legali e al ricorso a terapie non mediche: così il denaro messo a disposizione della Confederazione è stato prevalentemente speso, con una frequenza rispettivamente dell’11% e del 7%. Oltre un migliaio le istanze di indennizzo esaminate dagli uffici cantonali lo scorso anno, in calo progressivo dal 2018: nel 2021 sono state per l’esattezza 1.018, pari all’1% in meno rispetto al 2020. Ad essere accolto è stato il 62% del totale, percentuale invece rimasta invariata.

Indennizzi a i minimi storici

Il 67% è arrivato da donne, il 14% da minorenni e il 34% da persone di nazionalità straniera, motivato da reati di lesioni personali e vie di fatto nel 45% dei casi, contro l’integrità sessuale nel 37% dei casi e omicidi, tentati o riusciti, nel 12%. Sia l’importo totale degli indennizzi, pari a 956.704 franchi, sia quello delle riparazioni morali, 3.758.583 franchi e degli acconti sugli indennizzi, 94.334 franchi, rappresentano il minimo storico dall’inizio delle rilevazioni dell’Ufficio federale di statistica, avviate nell’anno 2000.

Una media di 4.594 franchi a vittima: +27%

Mai l’aiuto economico alle vittime è stato così basso: i 4,8 milioni di franchi complessivi sono un record di cui andare poco fieri. Di contro, però, la media degli indennizzi segna un aumento del 27% rispetto al 2020, attestandosi a 4.594 franchi: il valore più elevato in assoluto. Identica da cinque anni a questa parte, invece, la mediana relativa alle riparazioni morali: 3.500 franchi.

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