Dumping salariale: in Svizzera continua ad aumentare

Chiara De Carli

06/06/2023

06/06/2023 - 15:45

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Stando al rapporto annuale sul lavoro nero diffuso dalla Seco, nella maggior parte dei casi il lavoro al ribasso viene fatto da imprese straniere in settori non sottostanti ai contratti collettivi.

Dumping salariale: in Svizzera continua ad aumentare

Aumenta il dumping salariale in Svizzera. Stando ai dati diffusi nella giornata di oggi dalla Segreteria di Stato per l’economia (Seco) nel 2022 si è registrato un leggero incremento di offerte salariali inferiori a quelle usuali, passando dal 13 al 16%, soprattutto in quei rami dove i salari minimi non sono vincolanti. Tra i datori di lavoro svizzeri, non regolati da contratti collettivi, è rimasto stabile al 10%. Per quanto riguarda il numero di controllo che ha coinvolto le aziende di distacco sono state 8’992, qui le violazioni delle condizioni salariali in rami sottoposti a Ccl sono scese dal 21 al 17%. I prestatori indipendenti di servizi provenienti dall’Ue/AELS nel 7% dei controlli è stata esclusa una preudo-indipendenza, a fronte del 6% registrato nel 2021.

Rapporto sul lavoro nero Svizzera 2022

Dal Rapporto 2022 sul lavoro in nero, è emerso l’anno scorso sono stati svolti 37’134 controlli a imprese in Svizzera (+4%), e a 165’845 persone.
Il maggior numero di controlli aziendali sono stati registrati nei cantoni Ticino (2’738; +1558), Vaud (1’649; +143), Vallese (540; +130). Mentre sono diminuiti a Ginevra (-174) e nel Jura (-100). Hanno riguardato maggiormente rami accessori «tipici» di questo problema, ovvero edilizia, manifatturiero, mentre i controlli di persone fisiche hanno riguardato in particolare modo il segmento alberghiero e della ristorazione e dei parrucchieri.
Complessivamente, le autorità hanno inflitto 1’802 multe, 207 in meno su base annua, e 653 divieti di lavorare in Svizzera, ossia 83 in meno.

In aumento i controlli

Dal rapporto emerge inoltre che nel 2022 sono aumentati del 14% i controlli nell’ambito del lavoro nero ad aziende e del 23% a persone. I casi sospetti sono stati 13’147 e in 3’044 di questi, le autorità incaricate hanno riferito sanzioni o altre misure agli organi cantonali.
Nonostante l’obiettivo dei 35 mila controlli sia stato superato, quello presentato dalla Seco non rappresenta completamente la realtà del mercato del lavoro attuale.

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