Bak Economics: per il turismo svizzero sarà un buon inverno

Chiara De Carli

24/11/2022

24/11/2022 - 15:20

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Nonostante l’inflazione elevata e l’apprezzamento del franco, la Svizzera continua a essere una meta gettonata.

Bak Economics: per il turismo svizzero sarà un buon inverno

Inflazione elevata e franco forte non mettono a rischio il turismo svizzero. A dirlo sono le ultime previsioni sul settore elaborate da Bak Economics per conto della Segreteria di Stato per l’Economia (Seco). Per l’inverno 2022/2013 conta infatti che la domanda di pernottamenti aumenterà del 13% a 1,9 milioni rispetto all’anno precedente. Lo sviluppo positivo è dato dal recupero degli ospiti internazionali e dal mantenimento di una domanda interna elevata. Tuttavia, fino alla prossima estate, il turismo elvetico dovrà confrontarsi con l’assenza degli ospiti cinesi, a causa della politica restrittiva sul Covid-19, dei russi e con una situazione economica al di fuori dei confini tesa. Per questo, conclude il Bak, il livello di pernottamenti pre-crisi non sarà raggiunto di nuovo fino all’inverno 2023/24.

Estate 2022: gli stranieri scelgono la Svizzera

Grazie al ritorno degli ospiti stranieri e alla continua forte domanda interna, i pernottamenti nell’estate 2022 hanno quasi raggiunto il livello del 2019. Con i pernottamenti aumentati di 3,6 milioni. Rispetto al 2021, sia gli ospiti provenienti dai mercati a lunga distanza (+2,7 milioni di pernottamenti), soprattutto dagli Usa, che quelli provenienti dall’Europa (+1,9 milioni di pernottamenti) sono stati accolti nuovamente in Svizzera in misura crescente.
In Europa, gli alti costi e le incertezze del trasporto aereo internazionale hanno probabilmente avuto un effetto positivo sulla domanda. Nei mesi di giugno e agosto 2022, il numero di pernottamenti dai Paesi Bassi, Belgio, Francia e Germania ha addirittura superato in modo significativo il livello pre-crisi. Dopo l’eccellente estate del 2021, si è dovuto accettare una riduzione di 1,1 milioni di pernottamenti (-8%) da parte degli ospiti provenienti dalla Svizzera, ma, nonostante ciò, l’estate 2022 ha registrato un’ottima domanda interna, che è stata comunque superiore di quasi un quinto a quella del 2019.

Fuori dalla Svizzera tutto costa di più e il franco forte si mimetizza

Nonostante il difficile contesto economico, si registrano forti effetti di ripresa e di recupero della domanda turistica. Nei mercati a lunga percorrenza, si prevede quindi un aumento della domanda di circa 1 milione di pernottamenti rispetto all’inverno 2021/22. L’effetto dell’apprezzamento del franco svizzero sarà attenuato dal fatto che l’inflazione è significativamente più alta in molti Paesi europei che in Svizzera. I servizi turistici, come l’alloggio in hotel o i biglietti per lo sci, tendono a diventare più costosi rispetto alla Svizzera. Questo effetto dovrebbe quasi annullare l’impatto negativo dell’apprezzamento del franco svizzero. Con una crescita del 26% di 1,1 milioni di pernottamenti, la domanda europea nel prossimo inverno sarà solo leggermente inferiore al livello pre-crisi. L’estate 2022 ha confermato che prosegue la tendenza alle vacanze domestiche degli svizzeri, emersa durante la crisi di Covid-19. BAK Economics ipotizza che questa tendenza continuerà anche nell’inverno 2022/23, anche se si prevede una riduzione del 2%. Nel complesso, il buon momento dell’estate sarà quindi leggermente rallentato nell’inverno 2022/23 dalle difficili circostanze, ma gli effetti positivi saranno chiaramente superiori. Con un totale di 16,5 milioni di pernottamenti (+13% rispetto al periodo precedente), si mancherà di poco il livello pre-crisi (2019).

Pernottamenti a livelli pre-crisi? Bisogna aspettare

L’aumento della domanda di turismo da parte degli svizzeri continuerà nei prossimi anni, anche se su scala ridotta. La domanda estera dovrebbe continuare, ma in forma indebolita. Tuttavia, i fattori frenanti avranno un impatto negativo sulla domanda turistica fino all’estate del 2023 e impediranno un tempestivo ritorno al vecchio percorso di crescita. Il livello di pernottamenti precedente alla crisi potrà quindi essere raggiunto solo nell’inverno del 2023/24. L’impulso verrà poi soprattutto dalla costante e generale ripresa della domanda dei mercati a lunga percorrenza e dal graduale ritorno degli ospiti cinesi, che inizierà già alla fine dell’estate 2023.

La scoperta del settore paralberghiero

Il crescente bisogno di pace, natura e isolamento da parte dei turisti ha avuto un effetto positivo sullo sviluppo dell’industria paralberghiera durante la pandemia. Di conseguenza, la domanda nel settore paralberghiero è stata chiaramente meno colpita dalla crisi rispetto al settore alberghiero. Nelle stagioni estive sono stati registrati addirittura molti più pernottamenti rispetto al 2019. Bak Economics prevede che parte della crescita a favore dell’industria paralberghiera rimarrà per i prossimi due anni.

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