Disoccupazione: l’obbligo di annuncio dei posti vacanti non sembra essere efficace

Gabriele Stentella

15 Giugno 2021 - 08:58

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La Segreteria di Stato dell’economia ha sottolineato che la misura adottata nel 2018 non sembra aver avuto un effetto notevole né sulla disoccupazione né sull’arrivo di immigrati.

L’obbligo di annunciare la presenza di posizioni lavorative vacanti in quei settori caratterizzati da un’alta carenza di risorse è una misura introdotta ormai 3 anni fa, che negli anni ha avuto un peso non indifferente nel dibattito politico in Svizzera.

Dietro questa misura voluta dall’UDC e sostenuta anche da altri forze politiche di Destra si nasconde un concetto molto elementare: favorire l’occupazione di lavoratori e lavoratrici locali anziché ricorrere a manodopera straniera.

Nella giornata di ieri la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha riportato che questa misura non solo non si sarebbe rivelata molto efficace nel contrastare la disoccupazione, ma non avrebbe neanche agito da dissuasore nei confronti dell’immigrazione e del lavoro frontaliero. Analizziamo più da vicino le conclusioni della SECO e il parere di alcuni esperti riguardo i possibili miglioramenti da apportare.

SECO: nel 2020 notificate meno della metà dei posti di lavoro vacanti

Stando a quanto riportato dal rapporto svolto dalla SECO, nell’anno della pandemia sono state notificate circa 70.000 posizioni lavorative vacanti, su un totale di quasi 162.000 posti a livello nazionale. Bisogna ovviamente tener conto della decadenza dell’obbligo verificatasi nella primavera del 2020 a causa dello scoppio della pandemia di COVID-19.

Tenendo conto anche di questo aspetto, ne risulta che i dati del 2020 sono abbastanza in linea con quelli registrati l’anno precedente. La Segreteria di Stato per l’economia precisa inoltre che mensilmente sono stati circa 17.000 i posti di lavoro attivi.

Quali sono i settori maggiormente notificati e come è possibile migliorare questa misura?

La SECO ha individuato nel settore secondario la fonte della maggior parte delle notifiche lavorative, e in modo particolare sarebbero le aziende operanti nell’edilizia e nell’industria quelle in cui si sarebbero registrate le più alte percentuali di posti vacanti segnalati.

Pare infatti che solo il 33% degli annunci provenga da realtà aziendali che operano in comparti diversi da quelli citati sopra. Come si immaginava, nel comparto alberghiero e ristorativo i posti di lavoro sono complessivamente diminuiti a causa della situazione pandemica,

Nelle aziende la cui attività produttiva è incentrata su attività stagionali si sono riscontrate maggiori difficoltà di collocamento, tanto che in questi impieghi trovano ancora moltissimo spazio lavoratori stranieri, a testimonianza che la misura non sembra aver avuto gli effetti sperati sull’immigrazione.

Per rendere più efficace questa misura, alcuni esperti hanno consigliato ai Cantoni di migliorare la cooperazione tra loro, anche attraverso il potenziamento delle "Job-Room", dei portali speciali in cui è possibile candidarsi per posizioni vacanti ancor prima che esse vengano pubblicizzate sui canali tradizionali.

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