Cina: accusata di una guerra informatica ai danni di Microsoft

Claudia Mustillo

20 Luglio 2021 - 09:21

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La Cina torna bersaglio di nuove accuse internazionali, questa volta però al centro c’è una guerra informatica ai danni di Microsoft.

La Cina torna bersaglio di nuove accuse internazionali, questa volta però al centro c’è una guerra informatica ai danni di Microsoft.

C’è aria di una nuova alleanza tra alcuni Stati membri della Nato, Unione Europea, Australia, Nuova Zelanda e Giappone. Alleanza che nasce per affrontare una nuova minaccia globale: gli attacchi informatici sponsorizzati dallo stato cinese.

Gli Stati Uniti e le altre nazioni hanno accusato Pechino di collaborare con alcuni hacker per commettere attacchi diffusi ai server, incluso uno di Microsoft che ha colpito almeno 30 mila organizzazioni nel mondo.

Dito puntato contro la Cina per una nuova minaccia globale

La nuova alleanza anti-Cina, con a capo gli Stati Uniti è pronta a incolpare pubblicamente il Ministero della sicurezza dello Stato cinese per un attacco informatico ai server di posta elettronica di Microsoft Exchange, avvenuto all’inizio di quest’anno.

Stando alle prime informazioni, l’attacco è avvenuto per mano di hacker a contratto che lavorano per il Ministero cinese e che si dedicherebbero anche ad attività di cryptojacking e ransomware, ossia estorsioni informatiche.

Proprio nella giornata del 19 luglio l’FBI, la National Security Agency e la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency hanno rilasciato un nuovo elenco con oltre 50 tattiche e tecniche per procedure impiegate dagli hacker sponsorizzati dallo stato cinese.

L’attacco ai danni di Microsoft è avvenuto a inizio anno, diventato pubblico nel marzo 2021, e si stima che abbia avuto come bersaglio almeno 30 mila organizzazioni americane e altre centinaia di migliaia in tutto il mondo.

Dal canto suo, Microfost ha individuato il gruppo colpevole dell’attacco come una rete di spionaggio cinese, sconosciuta, e soprannominata Hafnium.

Gli attacchi informatici, d’altra parte, si sono moltiplicati durante la pandemia ne è un esempio anche il recente attacco al Colonial Pipeline, uno degli oleodotti più importanti degli Stati Uniti. Gli hacker in quell’occasione hanno chiesto un riscatto di 4,4 milioni di BTC. L’Fbi è riuscita a recuperare gran parte della somma grazie allo storico delle transazioni.

Bisogna investire di più nella sicurezza informatica

Sicuramente la sicurezza informatica è sempre più importante al giorno d’oggi e le aziende devono continuare a investire per proteggere software, sistemi e dispositivi dagli attacchi esterni che diventano sempre più frequenti e pericolosi.

Anche i cittadini sono sempre più esposti a rischio di attacchi cyber e di truffe online, dal momento che la pandemia ha accelerato ancora la trasformazione e l’utilizzo del digitale.

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# Cina

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