Dalle parole ai fatti. Devecchi Bellini, UCIT: "La responsabilità sociale delle imprese diventa insegnamento"

Sara Bracchetti

18/10/2023

18/10/2023 - 15:09

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Un’indagine conoscitiva in sei aziende locali, allo scopo di incentivare comportamenti virtuosi e favorire l’intergenerazionalità: così l’Unione cristiana imprenditori, in collaborazione con gli studenti Supsi, prova non solo a fotografare lo status quo, ma a generare un cambiamento.

Dalle parole ai fatti. Devecchi Bellini, UCIT: "La responsabilità sociale delle imprese diventa insegnamento"

Si parla spesso, anche in Ticino, di responsabilità sociale delle aziende; dell’impatto che esse hanno sui lavoratori e le famiglie, sul territorio e un benessere che non può, non deve, essere solo economico. Ma stavolta c’è qualcosa di più. Non è solo «l’integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni interessate», come narrano le definizioni; non è solo una strategia con il fine della crescita sostenibile, il comportamento eticamente responsabile, l’occupazione durevole nel medio e lungo termine, a beneficio del capitale umano e di tutto ciò che ad esso afferisce. Con Ucit, Unione cristiana imprenditori ticinesi, si è andati un passo oltre. Non solo belle parole, ma maniere in cui metterle in pratica: perché il bene comune non sempre è così immediato. Più spesso va spronato, guidato, insegnato.

L’idea dell’Academy per indagare il territorio

Nata nel 2019 dall’idea di quindici soci fondatori oggi diventati molto più di centro, ispirata sia ai principi del cristianesimo che ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda Onu 2030, Ucit non ha più il fine di raccogliere in un gruppo le aziende già virtuose. Ha quello di generare un cambiamento, misurato intorno a parole chiave che dettano la rotta. «Etica, bene comune, intergenerazionalità, autoimprenditorialità, capitalismo familiare», elenca il presidente Stefano Devecchi Bellini (nella foto), soffermandosi sui punti fermi di una visione che non è lasciata alle buone intenzioni di ciascuno, ma si concretizza in progetti condivisi, grazie a partnership strategiche fra cui, di recente, quella con la Supsi. Nasce così Ucit Academy, «percorso di approfondimento con giovani studenti Supsi su tematiche relative ad eziende ed economia».

Un ponte fra imprese e università

Studenti del master di economia si sono messi al lavoro in sei aziende locali, dove esaminare, attraverso osservazioni e interviste semi strutturate, i comportamenti virtuosi del Ticino e tradurli in una ricerca scientifica che possa documentare il percorso etico sul territorio. «Abbiamo creato un ponte tra impresa e università, grazie al quale approfondire tematiche che meritano maggiore consapevolezza. Le aziende sono chiamate a riflettere subito, visto che già siamo in ritardo. Da qui l’idea di una collaborazione con i docenti della Supsi, che guidano gli studenti più meritevoli in un’indagine condotta sul campo e dedicata a temi specifici. L’anno scorso era lo smart working, quest’anno l’intergenerazionalità».

Otto raccomandazioni per chi vuole "fare bene"

Parola complicata, sulla quale Ucit sta puntando parecchio, traducendola in otto «raccomandazioni per le imprese, allo scopo di offrire loro strumenti pratici di azione per affrontare le sfide legate ai cambiamenti sociali». Come attività di ricerca, mentoring, formazione e sviluppo: perché «dopo il pensiero c’è l’azione», osserva il presidente. Ecco che investimenti mirati, onboarding continuo, affiancamento di un buddy, coinvolgimento, feedback, percorsi di carriera diventano prassi da auspicare, maniere realistiche in cui le raccomandazioni si traducono.

Un osservatorio per l’inclusione e la diversità

Ma Ucit non finisce qui. Nel suo tentativo di dare un’impronta positiva al Ticino, è anche molto altro. È Ucit venture, incontri rivolti a giovani fino ai 30 anni per aiutarli ad avviare il loro percorso imprenditoriale, dall’idea alla raccolta di capitali, la fase di creascita e un’eventuale IPO; è Ucit leaders, conferenze e tavole rotonde in cui occuparsi di temi d’attualità; è anche Ucit Library, presentazioni di libri dedicati alla cultura d’impresa. Fra i progetti di rilievo, spicca ora Inclusion & Diversity: «Un osservatorio per l’inclusione sociale con attenzione alla disabilità».

L’impresa più virtuosa del 2023 è...

Se gli gli scopi di Ucit sono «migliorare la cultura d’azienda e aiutare le nuove generazioni a entrare nel mondo del lavoro», perché non incentivarlo con riconoscimenti a chi si dimostra all’altezza. Più di un premio: una maniera di raccontare il territorio attraverso le esperienze di chi ha provato a fare di più. Come Masaba Coffee, vincitore nel 2021, Erbe Ticino, nel 2022. Conoscere il nome del 2023 è questione di pochi giorni appena.

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