VIDEO Transizione energetica: qual è il ruolo delle università? L’intervista

Chiara De Carli

05/05/2022

05/05/2022 - 15:38

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Le università si trasformano in veri e propri laboratori a cui ispirarsi per consentire a imprese, organizzazioni e cittadini di mettersi al passo con i tempi e diventare sempre più sostenibili.

VIDEO Transizione energetica: qual è il ruolo delle università? L'intervista

Energia, innovazione e sostenibilità sono temi che accompagnano le pagine della cronaca quotidiana. Il rincaro del costo dell’energia elettrica, del petrolio, del gas e delle altre materie prime, insieme alla guerra in Ucraina ed emergenza climatica hanno messo il piede sull’acceleratore a una questione già di per sé urgente. Ecco che allora le università si trasformano - nonostante lo siano sempre state - in veri e propri laboratori a cui ispirarsi e da cui attingere idee e strumenti per consentire a imprese, organizzazioni e cittadini di mettersi al passo con i tempi e diventare sempre più sostenibili.

Lorenzo Cantoni, Prorettore dell’Usi

Lo ha ben chiaro in mente Lorenzo Cantoni, Prorettore dell’Università della Svizzera italiana (Usi). Secondo Cantoni infatti «La missione dell’università è fare ricerca, quindi deve ricercare le metodologie necessarie per rendere i diversi settori di cui si occupa più sostenibili. All’Usi abbiamo lanciato un progetto molto importante: la “Casa della sostenibilità” ad Airolo, sulle Alpi. Chiederemo a tutti, studentesse e studenti, di trascorrere lì alcuni giorni per riflettere sulle tematiche. Quando si parla di sostenibilità si parla di sostenibilità ambientale, ma anche economica e socioculturale. Dal 2013 l’Usi ospita una cattedra Unesco che ha come tema le "Tecnologie digitali, il patrimonio e il turismo sostenibile". In questa cattedra ci occupiamo soprattutto della dimensione sociale e culturale della sostenibilità».

Ecosostenibilità sì, ma attenzione alle mode

Un tema che preme a Cantoni è anche la differenziazione tra ecosostenibilità autentica e mode. Qui il ruolo dell’università è fondamentale, per dare agli studenti gli strumenti necessari per sviluppare un pensiero critico. «Vogliamo che gli studenti vadano oltre le apparenze. E che imparino a riflettere su quali siano i reali stili di vita sostenibili. Per fare un esempio: se compro un capo sostenibile, ma lo uso solo un paio di volte, perde tutta la sua sostenibilità. Al contrario se ho a casa un campo prodotto in maniera meno sostenibile, ma che viene sfruttato di più, ecco che lo stile di uso lo rende più sostenibile».

Franco Gervasoni, Direttore generale della Supsi

Sulla stessa linea di pensiero Franco Gervasoni, Direttore generale della Supsi che da diversi anni ha stilato la Carta della sostenibilità. L’«obiettivo principale riuscire a mettere in evidenza quanto facciamo da diversi anni nei vari settori disciplinari. Lo scopo è diventare consapevoli e sviluppare maggiormente questa cultura internamente e in relazione con il territorio».

Punto di riferimento per il territorio

Agli atenei non spetta solo il compito di sviluppare idee. Devono anche applicarle per dimostrare che quanto riportato sulla carta è realizzabile nella pratica. «L’università - spiega Gervasoni - da un lato dà la possibilità di approfondire tematiche di ricerca, con uno sguardo orientato allo sviluppo sostenibile in diversi ambiti disciplinari, dall’altro deve essere un modello per il territorio. Un esempio su tutti: costruendo i nostri campus nelle vicinanze delle stazioni, significa portare migliaia di persone sul trasporto pubblico e quindi dare dimostrazione concreta di quello che si può fare».

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