La Svizzera ha fame di uova: aumentata del 31% l’importazione dall’estero

Redattore

19 Settembre 2023 - 08:00

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Il Consiglio federale approva il contingente d’importazione dopo le richieste arrivate dagli operatori svizzeri e la riduzione della produzione interna.

La Svizzera ha fame di uova: aumentata del 31% l'importazione dall'estero

Il Consiglio federale ha approvato l’aumento del contingente d’importazione per le uova di consumo del 31%. L’approvazione arriva in seguito alla richiesta degli operatori, che si sono ritrovati con una carenza di uova legata al cambiamento dei consumi degli svizzeri durante la pandemia e alla riduzione della produzione interna di uova nel 2022.

5.500 tonnellate in più per il 2023

Le nuove disposizioni andranno in vigore a partire dal 1° ottobre 2023 e saranno valide fino al 31 dicembre. Secondo gli ultimi dati, nel 2022 gli svizzeri hanno consumato una media di 186 uova a testa. Anche se il dato è in discesa rispetto al 2021 (con 9 uova in meno), resta comunque in aumento di 2 unità a persona rispetto al periodo pre-pandemia.
Nel 2021 la produzione interna era riuscita a reggere il cambiamento delle abitudini degli svizzeri, legato direttamente alla crisi pandemica, ma nel 2022 la produzione interna di uova ha subìto un calo, che ha imposto un cambiamento di rotta sulle importazioni.
Gli operatori svizzeri che utilizzano le uova avevano richiesto un contingente d’importazione più alto per poter far fronte alle nuove necessità del mercato. L’approvazione è arrivata lo scorso 15 settembre, proprio per venire incontro alla situazione contingente.

Crisi uova, fenomeno globale

Il problema dell’approvvigionamento delle uova non riguarda solo il nostro Paese. A febbraio 2022 negli Usa è esplosa un’epidemia di influenza aviaria, che ha comportato una produzione più bassa e un aumento del prezzo del 138% su base annua, tanto da trasformare le uova in un bene di lusso nel 2023.
In Europa il rincaro si è mantenuto più leggero, con una media del 43% rispetto all’anno precedente. Non sono mancati picchi, come l’aumento del 76% riscontrato in Francia. Anche in Italia c’è stato un fenomeno simile, con un abbattimento di circa 200 mila animali. Sui costi c’è anche l’influenza del conflitto in Ucraina.

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