Ubs avverte i Cantoni, la Bns potrebbe chiudere i rubinetti. Vitta: scenario non da escludere

Chiara De Carli

28/09/2022

28/09/2022 - 17:10

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Per la terza volta in trent’anni, la Banca nazionale svizzera potrebbe non versare i contributi ai Cantoni, a causa del bilancio in rosso e per via del rafforzamento del franco svizzero.

Ubs avverte i Cantoni, la Bns potrebbe chiudere i rubinetti. Vitta: scenario non da escludere

Secondo gli economisti di Ubs, quest’anno i Cantoni non potranno fare affidamento sui versamenti della Banca nazionale svizzera (Bns). Conclusione a cui sono giunti a seguito dell’annunciata perdita di 95 miliardi di franchi, subita dall’istituto centrale tra gennaio e giugno 2022. L’andamento altamente instabile dei mercati, non lascia speranze nei confronti del futuro e, al momento, non vi sono segnali di possibili misure di compensazione da attuare entro la fine dell’anno. Stando agli esperti di Ubs, dunque, la Bns avrebbe perso solo tra fine giugno e metà settembre circa 50 miliardi di franchi, a cui si aggiunge l’innalzamento dei tassi di interesse avvenuto il 22 settembre che comporterà, molto probabilmente, una perdita significativa sulle obbligazioni in portafoglio.

La consapevolezza del Cantone Ticino

Della situazione sembra esserne consapevole il Dipartimento dell’Economia e finanza (DEF) del Cantone Ticino che, questa mattina, ha presentato il preventivo per il 2023. Nell’analisi condotta dal direttore, Christian Vitta, emerge come il supporto della Bns rappresenti ancora un’incognita. «Negli anni – ha spiegato – siamo stati abituati ad avere sempre delle notizie positive dalla banca nazionale: quando avevamo preventivato 5 quote ne ricevevamo 6. A fine anno, potremmo avere una notizia negativa e cioè di una distribuzione inferiore, sensibilmente inferiore o addirittura nulla».
Anche l’apprezzamento del franco rispetto all’euro, aumenterà notevolmente la perdita. In questo scenario, insomma, Ubs ventila quello che stamattina Vitta ha definito come «scenario peggiore». Ovvero un “round zero” in termini di pagamenti da parte della Bns, la terza volta negli ultimi trent’anni.

Inversione di rotta, quando?

Perché qualcosa cambi, riferisce lo studio Ubs, i mercati azionari dovrebbero riprendersi in modo significativo e il franco svizzero dovrebbe deprezzarsi. Ma per il momento, scrive Ubs, si tratta di uno scenario improbabile. A lungo termine, tuttavia, le distribuzioni saranno di nuovo possibili, anche se prima che le distribuzioni tornino ai massimi di 6 miliardi, ci vorrà del tempo.

Cresce anche sul dollaro

Oltre all’indebolimento dell’euro, è previsto un continuo rafforzamento del franco sul dollaro Usa. E per questo gli economisti raccomandano “I Cantoni dovrebbero tenerne conto nei loro futuri budget”, considerando che negli ultimi anni, in alcuni di loro, la quota di ricavo della Bns rappresentava fino al 6% del ricavo totale.
Per il Cantone Ticino le prospettive sono obiettive: «Se dovesse confermarsi la situazione negativa che stiamo vivendo oggi – ha dichiarato Vitta - non è da escludere anche uno scenario drastico, in cui Bns non distribuisca più nulla». Se ciò dovesse accadere «lo scenario che vi abbiamo presentato oggi di 80 milioni di disavanzo passerebbe a oltre 200 milioni di disavanzo. Sarebbe lo scenario peggiore, ma non lo possiamo escludere».

Nonostante la precarietà del momento e le ombre che si intravedono all’orizzonte, il Cantone ha già lo sguardo proiettato sul 2024.
«Il Governo - ha precisato a Moneymag il direttore del DEF - si è posto come obiettivo ideale un disavanzo massimo di 40 milioni di franchi nel 2024 e il riequilibrio dei conti entro il 2025. Per raggiungerlo si lavorerà sui singoli preventivi. In questo modo, considerato che stiamo vivendo un periodo di grande incertezza, sarà possibile disporre di un quadro aggiornato della situazione. Nei prossimi anni occorrerà dunque contenere in maniera ancora più incisiva la crescita dei costi, in un contesto comunque non facile caratterizzato dall’inflazione. Si tratta di una sfida importante, che impone un approccio coerente e la ricerca di un dialogo costruttivo fra i vari livelli istituzionali».

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