L’acquisizione di Credit Suisse crea casi di insolvenza? Per il CDDC no

Chiara De Carli

23/05/2023

23/05/2023 - 12:54

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La sentenza è arrivata nella notte.

L'acquisizione di Credit Suisse crea casi di insolvenza? Per il CDDC no

Il comitato del credito statunitense Credit Derivatives Determinations Committee (CDDC) martedì notte ha deciso che l’acquisizione di emergenza di Credit Suisse da parte di Ubs non ha innescato nessun caso di insolvenza. Sentenza che ha reso vani gli sforzi degli obbligazionisti che dal 19 marzo vogliono essere risarciti dopo l’annullamento dei bond AT1. Gli investitori tentavano infatti di attivare un pagamento sull’assicurazione del credito legato alla banca.
Il verdetto non dovrebbe nemmeno sorprendere «gli investitori se davvero hanno letto i prospetti forniti dal Credit Suisse» inerenti alle obbligazioni in questione, ha detto Giovanni Barone-Adesi in un’intervista a Moneymag. «Se si vuole un’obbligazione svizzera che paga il 12% di interesse, è chiaro che bisogna essere consapevoli di quel che comporta».

L’assicurazione contro il default non scatta

Il CDDC ha esaminato le informazioni trasmesse insieme alla istanza e ha deciso di non confermare un evento di credito. «Il DC ha stabilito che non si era verificato un evento di credito fallimentare», si legge nella sentenza. Qualora la decisione fosse stata positiva, avrebbe innescato pagamenti su tutti gli swap legati al debito del Credit Suisse.

Obbligazionisti a bocca asciutta?

Il 19 marzo scorso, gli obbligazionisti di Credit Suisse hanno visto cancellate i bond AT1 dal loro portafoglio, per un valore complessivo di circa 16 miliardi di franchi. Da allora, al Tribunale amministrativo federale di San Gallo si sono accumulate oltre mille le azioni legali da parte degli obbligazionisti.

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