Torna ad agitarsi il prezzo del gas. Ad Amsterdam balzo del 20% a 50 euro

Chiara De Carli

15/06/2023

15/06/2023 - 15:16

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Il prezzo del gas naturale in Europa sale al livello più alto dall’inizio di aprile.

Torna ad agitarsi il prezzo del gas. Ad Amsterdam balzo del 20% a 50 euro

Pensavamo fosse finita e che tutto fosse ormai appianato, in direzione di una pseudo normalità, ma ecco che il prezzo del gas naturale ricomincia a spingere. In questo giovedì 15 giugno ad Amsterdam i future Ttf in consegna a luglio sono contrattati a poco meno di 50 euro megawattora (MWh), il prezzo più alto dall’inizio di aprile, in rialzo del 20% su base mensile.
Nel primo pomeriggio è in leggera discesa, attestandosi comunque a 44,835 euro/MWh in crescita del 17%.
Il rincaro è stato giustificato dai mercati dal fatto che su diversi impianti norvegesi siano in corso lavori di manutenzione. La Norvegia al momento è infatti uno dei più importanti fornitori di gas naturale per l’Europa.

Un giacimento di gas in meno

Secondo Bloomberg, invece, le cause sarebbero da ricondurre al giacimento di gas olandese, situato nei pressi di Groningen dovrebbe essere chiuso definitivamente in autunno.
Non è una novità, ma la sua chiusura era attesa più avanti, al più tardi entro ottobre 2024.

Un anno fa i prezzi erano quattro volte maggiori

Nell’ultimo anno, a seguito della guerra in Ucraina e delle sanzioni applicate dall’Unione Europea alla Russia, il gas era diventato più costoso, anche per via delle speculazioni che sono legate al suo prezzo. Ad agosto dell’anno scorso era arrivato a toccare quota superiore a 300 euro per MWh.

Grazie all’approvvigionamento messo di gas liquido messo in campo dalle diverse nazioni e l’utilizzo di altre fonti energetiche, negli ultimi mesi era andato stabilizzandosi in modo significativo. Solamente il 1° di giugno aveva toccato il livello minimo da un anno a questa parte a poco più di 23 euro.
Il periodo caldo porta con sé l’accensione anche dei climatizzatori, dunque un maggior consumo di energia. Si teme inoltre che la sete di energia della Cina, necessaria per spingere al massimo la produttività della Repubblica popolare, possa diventare sempre maggiore, mandando in crisi, ancora una volta, il sistema europeo.

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