OneLove in campo per l’uguaglianza: il messaggio delle nazionali europee in Qatar

Matteo Casari

23/09/2022

23/09/2022 - 16:58

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Ai prossimi mondiali di calcio in Qatar sbarcherà la campagna "OneLove". I capitani di alcune squadre indosseranno una fascia come messaggio di uguaglianza, in un Paese dove l’orientamento sessuale non è una libertà.

OneLove in campo per l'uguaglianza: il messaggio delle nazionali europee in Qatar

Dieci squadre di calcio europee - Olanda, Inghilterra, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Svezia, Svizzera e Galles - parteciperanno per tutta la stagione alla campagna "OneLove", volta a promuovere l’inclusione e a contrastare la discriminazione.

La campagna "OneLove"

Come riportato da CNN, tutte le squadre nazionali citate, tranne la Svezia e la Norvegia, si sono qualificate per la Coppa del Mondo del 2022 in Qatar. Ogni capitano di queste otto nazioni indosserà durante il torneo l’apposita fascia “OneLove”, caratterizzata da un cuore che contiene colori rappresentanti le varie etnie del globo.
La nazionale olandese, che guida la campagna, ha scelto i colori per rappresentare tutti i patrimoni, le origini, i generi e le identità sessuali dei cittadini del mondo; la fascia sarà indossata durante le partite in Qatar, un luogo dove le relazioni omosessuali sono considerate un reato penale.
Svezia e Norvegia parteciperanno all’iniziativa durante le prossime partite della UEFA Nations League, mentre l’Inghilterra indosserà la fascia nera al braccio durante entrambe le partite di questo torneo, per ricordare la Regina Elisabetta II.
«Questo è un messaggio importante che si adatta al gioco del calcio: in campo tutti sono uguali e dovrebbe essere lo stesso in ogni luogo della società. Con la campagna OneLove vogliamo trasmettere questo messaggio» ha dichiarato Virgil van Dijk, difensore del Liverpool e capitano dell’Olanda, «In nome della nazionale olandese indosso questa fascia da un po’ di tempo. È bello vedere che altri Paesi si uniscono a questa iniziativa».

Il messaggio dei capitani

OneLove è stata fondata nei Paesi Bassi nel 2020 per sottolineare che tutti i tifosi di calcio hanno almeno una cosa in comune, l’amore per il calcio, e rigettano ogni forma di discriminazione. Oltre a concentrarsi sulla comunicazione pubblica, l’iniziativa si è sviluppata anche per offrire una formazione sulla diversità tra le squadre giovanili.
«Il nostro amore per il calcio ci unisce tutti. Non importa da dove vieni, che aspetto hai e chi ami. Il calcio è per tutti e il nostro sport deve difendere le persone che in tutto il mondo sono vittime di discriminazione ed esclusione», ha dichiarato il portiere e capitano della Germania Manuel Neuer. «Sono orgoglioso di lanciare questo messaggio insieme ai miei colleghi delle altre squadre nazionali. Ogni singola voce conta».
A giugno, il capitano dell’Inghilterra Harry Kane ha rivelato di aver discusso con il danese Christian Eriksen e il capitano della Francia Hugo Lloris per una presa di posizione collettiva sui diritti umani in Qatar.
«Sono onorato di unirmi ai capitani delle mie nazionali per sostenere l’importante campagna OneLove», ha dichiarato martedì. «Come capitani possiamo competere l’uno contro l’altro in campo, ma siamo uniti contro ogni forma di discriminazione. Questo è ancora più importante in un momento in cui le divergenze sono comuni nella società. Indossare insieme la fascia al braccio a nome delle nostre squadre invierà un messaggio chiaro quando il mondo ci guarderà».

Le controversie in Qatar

L’idea di questa campagna specifica è nata nell’ambito dell’iniziativa della Union of European Football Associations (UEFA), per rispondere alle questioni relative al trattamento riservato dal Qatar ai lavoratori migranti e alla comunità LGBTQ+.
L’omosessualità è attualmente illegale in Qatar ed è punibile fino a tre anni di carcere. Nel frattempo, è stato rivelato l’anno scorso che circa 6.500 lavoratori migranti sono morti nei dieci anni di lavori necessari per costruire le infrastrutture per il torneo. La maggior parte di questi impieghi erano lavori pericolosi e a basso salario, spesso svolti in condizioni di caldo estremo. Questa problematica era stata più volte oggetto di critiche e sensibilizzazione da parte delle principali istituzioni calcistiche mondiali.

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