Prime aperture tra lavoratori edili e impresari, ma c’è ancora distanza sugli orari di lavoro

Matteo Casari

15 Novembre 2022 - 11:56

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Nonostante le prime indiscrezioni di concessione da parte degli imprenditori edili, i negoziati tra le due parti proseguiranno per trovare un accordo su condizioni e orari di lavoro.

Prime aperture tra lavoratori edili e impresari, ma c'è ancora distanza sugli orari di lavoro

Le numerose azioni di protesta dei lavoratori edili stanno cominciando a ottenere alcuni risultati. La Società Svizzera degli Impresari Costruttori (SSIC) ha aperto sulla revisione delle condizioni di lavoro per i lavoratori più anziani, ma ancora nessun passo avanti sulla questione degli orari di lavoro usuranti. Vista la situazione, il sindacato Syna ha annunciato che seguiranno nuove negoziazioni.

Prime aperture della SSIC

Dal 17 ottobre 15mila operai edili sono scesi in piazza. La mobilitazione era incentrata sulle loro richieste, vale a dire una migliore pianificazione del loro orario di lavoro e che le loro giornate lavorative non dovrebbero essere ancora più lunghe, soprattutto in estate. Prima dell’ultima tornata di negoziati, i sindacati hanno preso atto con simpatia che il capo della Ssic era apparentemente disposto a non declassare le condizioni di lavoro dei dipendenti più anziani.

Nessun passo avanti sull’orario di lavoro

Anche il settimo round di negoziati non ha mostrato alcun ravvicinamento sulla questione decisiva dell’orario di lavoro. Gli appaltatori continuano a insistere per giornate lavorative ancora più lunghe in estate e più turni in inverno. Concretamente, sarebbe normale lavorare fino a 48 ore settimanali o 9,6 ore al giorno nei cantieri nei periodi di forte caldo. A questo si aggiungerebbero i tempi di viaggio e gli straordinari che sono comuni durante i mesi estivi.
Si tratterebbe di una flessibilità a discrezione dei datori di lavoro e non delle esigenze dei lavoratori edili, che desiderano tutelare la propria salute e vita privata. In nessun caso i lavoratori edili accetteranno una soluzione così unilaterale.
 

Gli imprenditori vogliono ridurre i salari

Stando ai sindacati, se i lavoratori edili non accetteranno le condizioni proposte, la Ssic provvederà a ridurre i loro salari. Non vogliono nemmeno compensare l’aumento degli stipendi. Questo in una situazione in cui l’economia delle costruzioni è eccellente e c’è una marcata carenza di manodopera qualificata nel settore edile. Il sindacato Syna accusa quindi la Ssic di essere direttamente responsabile della perdita di attrattiva dell’edilizia.

Fissate altre date di negoziazione

Le parti contrattuali hanno concordato ieri due ulteriori date di negoziazione. L’obiettivo è raggiungere entro il 28 novembre un risultato negoziale da sottoporre agli organi decisionali. Se i negoziati non dovessero portare a un risultato, ci sarà un vuoto contrattuale a partire dal 1° gennaio 2022 e si possono prevedere ulteriori mobilitazioni e azioni di sciopero a partire da quella data.

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