Crisi energetica: il Consiglio federale valuta gli impianti di cogenerazione, ma solo se a impatto zero

Chiara De Carli

2 Dicembre 2022 - 12:25

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La transizione energetica per l’Esecutivo è una questione davvero seria. Tra le tante soluzioni, la possibilità di installare impianti di produzione combinata di energia elettrica e termica. A una condizione: che siano alimentati da combustibili rinnovabili o a impatto zero.

Crisi energetica: il Consiglio federale valuta gli impianti di cogenerazione, ma solo se a impatto zero

Gli impianti di cogenerazione ovvero quei sistemi che producono in modo combinato energia elettrica e termica a partire da un’unica fonte di energia primaria, alimentati da combustibili rinnovabili o a impatto zero, possono dare un contributo complementare all’approvvigionamento elettrico invernale. Lo ha rivelato un rapporto sugli impianti, adottato nella seduta odierna dal Consiglio federale. Nel documento si legge inoltre che se gli impianti sono integrati in un sistema di riscaldamento con il calore ambientale come fonte energetica primaria, possono anche ridurre la domanda di elettricità nelle fredde giornate invernali, essendo necessaria meno elettricità per le pompe di calore.
Tuttavia, il rapporto spiega inoltre che non è opportuno utilizzare gli impianti di cogenerazione come centrali elettriche di riserva solo per coprire i picchi di carico elettrico in inverno. In tal caso, infatti, il calore cogenerato potrebbe essere sfruttato solo parzialmente. Ciò è inefficiente e costoso in quanto, per ragioni di politica climatica, questi impianti dovrebbero essere alimentati necessariamente con combustibili rinnovabili o a impatto zero sul clima. Gli impianti esistenti possono tuttavia partecipare ai bandi di gara pubblici lanciati da Swissgrid per le prestazioni di rete.

Proposta di promozione

Per promuovere questi impianti, nel rapporto vengono proposti contributi agli investimenti pari a un massimo del 60% dei costi di investimento computabili. Secondo le prime stime approssimative, per un aumento della produzione elettrica di massimo 50 MW all’anno sarebbero necessari sussidi dell’ordine di circa 50-100 milioni di franchi svizzeri all’anno. Nell’arco di un programma di finanziamento di dieci anni (2025-2035), ciò equivale a un importo totale di circa 500-1000 milioni di franchi svizzeri. Va notato che i contributi agli investimenti coprono solo una parte dei costi del capitale, ma non i costi dei combustibili, che per gli impianti di cogenerazione sono molto elevati rispetto alle centrali elettriche alimentate da fonti rinnovabili come l’energia idroelettrica, solare o eolica. Gli impianti di incenerimento dei rifiuti (IIR) e gli impianti di depurazione delle acque reflue (IDA) sarebbero esclusi da un possibile finanziamento. Questi impianti sono già oggi redditizi e quindi non hanno bisogno di un sostegno finanziario.

Ancora da studiare il finanziamento

L’organizzazione dettagliata e anche il finanziamento di questo possibile modello di promozione dovrebbero essere chiariti in modo più dettagliato ai fini di una sua effettiva realizzazione.

Impianti di cogenerazione ma a impatto zero

Durante le deliberazioni sulla revisione della legge sul CO2, respinta nella votazione popolare del 2021, il Parlamento aveva rinunciato a ulteriori misure per promuovere gli impianti di cogenerazione. Nel dibattito sulla legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili, nel settembre 2022 il Consiglio degli Stati ha respinto la promozione degli impianti di cogenerazione alimentati parzialmente con combustibili fossili.

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