Google si metta il cuore in pace: anche per il tribunale Ue è colpevole e deve pagare 4 miliardi

Sara Bracchetti

14/09/2022

14/09/2022 - 17:45

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Confermata la multa stabilita nel 2018 dalla Commissione europea per abuso di posizione dominante: i giudici lussemburghesi l’hanno però ridotta da 4,125 miliardi di euro a 4,34.

Google si metta il cuore in pace: anche per il tribunale Ue è colpevole e deve pagare 4 miliardi

Per un attimo Google ci aveva sperato: che la sentenza venisse ribaldata e il gruppo potesse uscire indenne e con i sui 4,34 miliardi di euro ancora in tasca. Invece no, anche se l’importo è stato parzialmente ridotto: di una misura quasi insignificante, considerato che pur sempre di 4,125 miliardi si tratta, da versare per aver inquinato la concorrenza con una posizione di mercato ingiustamente dominante.

Una sanzione che batte ogni record

Lo ha stabilito oggi il tribunale Ue, chiamato a giudicare una vicenda che si trascina da ormai quattro anni. I togati lussemburghesi hanno confermato la sanzione record stabilita nel 2018 dalla Commissione per la concorrenza, secondo la quale l’azienda americana si faceva forte di una posizione illegittima.

Lo sfruttamento del sistema Android

L’indagine risale in realtà al 2015, quando l’attuale commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager decise di concentrare la propria attenzione su alcuni comportamenti al limite dell’abuso. In particolare, secondo le accuse, Google avrebbe imposto condizioni contrattuali vincolanti ai produttori di smartphone perché installassero una serie di app, quali Google Search e Google Chrome, in cambio dell’accesso allo store Google Play. Uno "sfruttamento" del sistema Android, diffuso sul 70% dei dispositivi mobili dell’Unione Europea, a scopo di business, incurante degli interessi e dei diritti di chi, in questo modo, è stato tagliato fuori da ogni opportunità competitiva.

«Abbiamo dato più scelta, non meno»

Delusa Google, che attraverso un portavoce ha subito ribadito la sua linea di difesa: Android avrebbe cioè «creato più scelte per tutti, non meno. Android supporta anche migliaia di aziende di successo in Europa e in tutto il mondo». Resta ancora aperta, del resto, la strada che porta alla Corte di giustizia europea, dinnanzi alla quale la sentenza potrà essere in ultima istanza impugnata.

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