Nord Stream 1 ancora in manutenzione. Da domani flussi ridotti al 20%

Chiara De Carli

26 Luglio 2022 - 11:47

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La capacità totale sarà ancora una volta ridotta, questa volta a 33 milioni di metri cubi al giorno. Intanto in Europa si cerca un piano politico, per ridurre i consumi e arrivare preparati all’inizio dell’inverno.

Nord Stream 1 ancora in manutenzione. Da domani flussi ridotti al 20%

Ci risiamo. La Russia domani metterà nuovamente mano ai rubinetti del gasdotto Nord Stream 1 nel mar Baltico, riducendo ancora una volta i flussi di gas verso l’Europa. La notizia però non arriva così a ciel sereno: qualche giorno fa, il presidente russo Vladimir Putin aveva già avvisato che le forniture erano destinate a scendere al 20% della capacità totale, ovvero 33 milioni di metri cubi al giorno, proprio nel corso di questa settimana. Stando a quanto aveva detto, la motivazione sarebbe da ricondurre alla manutenzione di una delle due turbine attualmente in funzione in una stazione di compressione in Russia. Solamente l’arrivo puntuale di un componente aggiuntivo inviato dal Canada avrebbe potuto accelerare la situazione, ma a causa delle sanzioni risulta essere in ritardo.

Europa alla ricerca di un accordo politico

Da settimane il piano dell’Unione europea (Ue) consta nel rendersi indipendente dalle forniture russe, ma prima di arrivare a questo risultato le serve ancora del tempo, soprattutto per riempire il più possibile gli impianti di stoccaggio in Germania.
La commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, al suo arrivo al Consiglio Energia indetto straordinariamente a Bruxelles, ha sottolineato alla stampa che ora «il riempimento dei depositi sotterranei continua» e che avrebbe raggiunto «il 66%» delle capacità.

Solo settimana scorsa, l’Ue invitava gli Stati membri a risparmiare sul consumo del combustibile, predisponendo un “Piano per salvare l’inverno”. Successivamente contestato dai diversi Paesi. «Gli Stati membri utilizzando volumi di gas diversi e le interconnessioni non sono sufficienti per alcuni», ha osservato poi Simson.
Tra un motivo tecnico e l’altro, dal canto suo, la Russia continua a tenere in pugno l’Europa e a finanziare guerra, soldati e armi. La commissaria Ue ha poi affermato «Sappiamo che non c’è alcun motivo tecnico» a fronte della riduzione dei flussi di Gazprom attraverso il gasdotto principale del Vecchio Continente «è un passo motivato politicamente e dobbiamo essere pronti». Mentre la società responsabile del gasdotto si appresta a stringere i rubinetti, il governo ucraino ha fatto sapere che Gazprom ha aumentato la pressione nel gasdotto russo-ucraino senza preavviso, avvertendo che le fluttuazioni potrebbero portare a situazioni di emergenza sul gasdotto.

Da dove arriva il gas in Svizzera?

Un paio di settimane fa, in concomitanza della nostra inchiesta sull’energia, Thomas Hegglin, portavoce dell’Associazione svizzera dell’industria del gas Gazenergie, aveva spiegato:
«L’industria svizzera del gas acquista il combustibile dai mercati di Germania, Francia, Paesi Bassi e Italia, quindi non direttamente dalla Russia. Se c’è troppo poco gas in questi Paesi, ciò potrebbe anche portare a strozzature nell’approvvigionamento in Svizzera. Ad ogni modo, l’industria svizzera del gas sta facendo grandi sforzi per garantirne le scorte per il prossimo inverno e, nell’ambito della Winter Supply Task Force, sta costruendo una corrispondente riserva di gas insieme alla Confederazione. L’industria sta acquisendo diritti di opzione per gas non russi e capacità di stoccaggio sulle piattaforme di trading dei suddetti Paesi».
Anche se rimane il dubbio per l’inverno prossimo poiché a quanto pare «gli impianti di stoccaggio del gas europei non possono essere riempiti come previsto. Tuttavia in Germania si possono ancora fare scorte e presto gli attuali livelli di riempimento dovrebbero raggiungere il 60%, un valore molto buono per questo periodo dell’anno».

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