FED Jerome Powell al Congresso: «Sfruttare l’economia forte per alzare i tassi d’interesse». Cosa succede ora sui mercati?

Matteo Casari

8 Marzo 2023 - 08:52

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Il presidente della Federal Reserve ha reso nota la linea d’azione sui tassi d’interesse. La strategia sarebbe quella di approfittare del momento positivo dell’economia americana per effettuare nuovi rialzi e constrastare l’inflazione.

FED Jerome Powell al Congresso: «Sfruttare l'economia forte per alzare i tassi d'interesse». Cosa succede ora sui mercati?

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato che l’attività economica forte e sostenuta negli States all’inizio dell’anno potrebbe spingere i funzionari della banca centrale ad accelerare gli aumenti dei tassi d’interesse. Questo per tentare di contrastare in modo più immediato la corsa dell’inflazione.

Perché aumentare i tassi in una fase di ripresa?

Come riportato dal Wall Street Journal, i commenti di Powell, preparati per essere pronunciati martedì durante il primo dei due giorni di audizioni in Campidoglio, hanno offerto la prima prova che il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse di un quarto di punto non è ancora stato fissato nella pietra.
«Gli ultimi dati economici sono risultati più forti del previsto, il che suggerisce che il livello finale dei tassi d’interesse sarà probabilmente più alto di quanto stimato in precedenza», ha dichiarato Powell nelle osservazioni alla Commissione bancaria del Senato. «Se l’insieme dei dati dovesse indicare che un inasprimento più rapido è giustificato, saremmo pronti ad aumentare il ritmo dei rialzi dei tassi».
Il mese scorso la Fed ha aumentato il tasso di riferimento sui fondi federali di un quarto di punto percentuale, portandolo a un intervallo compreso tra il 4,5% e il 4,75%. Si è andati di fronte a un primo rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi dopo gli aumenti di mezzo punto a dicembre e di 0,75 punti a novembre.
«Continueremo a prendere le nostre decisioni riunione per riunione», ha dichiarato Powell. «Nonostantel’inflazione si sia moderata negli ultimi mesi, il processo per riportarla al 2% ha una lunga strada da percorrere e sarà probabilmente accidentata».

L’inflazione non rallenta abbastanza

Dall’ultima riunione del 1° febbraio, diversi rapporti economici hanno rivelato che l’inflazione e la domanda di lavoro non sono rallentate così tanto come inizialmente previsto alla fine dello scorso anno. Powell ha dichiarato che i dati relativi alle assunzioni, alle spese e alla produzione industriale hanno in parte invertito le tendenze al ribasso registrate solo poche settimane fa.
«Tuttavia, l’ampiezza dell’inversione di tendenza e le revisioni del trimestre precedente suggeriscono che le pressioni inflazionistiche sono più elevate di quanto previsto al momento della nostra precedente riunione», ha dichiarato il numero uno della Fed.
La banca centrale ha cercato di frenare gli investimenti, le spese e le assunzioni aumentando i tassi, il che rende più costosi i prestiti ma più economici alcuni beni come le azioni e gli immobili.

Rialzi più alti del previsto

La testimonianza di Powell di questa settimana sarà l’ultimo intervento pubblico programmato sulla politica dei tassi d’interesse e l’ultima occasione per dare forma alle aspettative dei mercati prima del prossimo summit della Fed, il 21 e 22 marzo. I funzionari inizieranno il periodo di silenzio pre-riunione sabato.
Nelle ultime settimane diversi funzionari dell’istituto hanno indicato che quest’anno potrebbero aumentare i tassi più di quanto previsto in precedenza. Tre presidenti di banche regionali della Fed hanno dichiarato che avrebbero potuto sostenere un aumento di mezzo punto maggiore il mese scorso o che lo avrebbero fatto nella prossima riunione.

Scenario confortante sul mercato del lavoro

È però probabile che nessuna delle decisioni di Powell e soci sia per ora definitiva, dato che prima della prossima riunione della Fed verranno pubblicati due rapporti economici molto seguiti, che potrebbero influenzare le imminenti decisioni. Il Dipartimento del Lavoro dovrebbe riferire venerdì a proposito delle assunzioni di febbraio, mentre settimana prossima è prevista la pubblicazione del rapporto sull’inflazione del mese scorso.
I datori hanno aggiunto 517.000 posti di lavoro a gennaio, una cifra che ha scioccato gli economisti che prevedevano un rallentamento delle assunzioni, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 3,4%, un minimo da 53 anni. Il rapporto sul lavoro di venerdì potrebbe offrire indizi sul fatto che questa accelerazione sia stato o meno un segnale di un’economia in ripresa.
Ora non resta che attendere le prossime manovre ufficiali della Fed e capire che strada la banca centrale americana deciderà di intraprendere in termini di politica monetaria.

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