L’India scommette sulla criptovaluta: pronta a lanciare il bitcoin di Stato

Sara Bracchetti

02/02/2022

02/02/2022 - 17:35

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Il numero di transazioni è aumentato del 650% in un anno, convincendo il governo a introdurre la rupia digitale e istituire un regime fiscale specifico. In vista anche una tassazione del 30% sui guadagni.

L'India scommette sulla criptovaluta: pronta a lanciare il bitcoin di Stato

Già nel 2022, al più tardi nel 2023: ma ormai il dado è tratto. Si tratta solo di capire con esattezza quando; quel che resta fuor di dubbio è che l’India avrà, prestissimo, la sua rupia digitale. Lo ha messo nero su bianco poche ore fa la ministra delle Finanze di Nuova Delhi, Nirmala Sitharaman, annunciandolo al Parlamento riunito per la presentazione della legge finanziaria. "L’introduzione di una divisa digitale darà un grande impulso all’economia digitale - ha dichiarato - e porterà a un modello più economico ed efficiente".

Gestione affidata alla Banca Centrale

Un bitcoin di Stato, gestito dalla Reserve Bank of India, che dovrebbe entrare in vigore al più tardi nel marzo del prossimo anno. "Il Paese ha registrato un aumento fenomenale delle transazioni che usano la moneta digitale", ha spiegato Sitharaman, riflettendo su come per questo motivo sia diventato imperativo istituire un regime fiscale specifico.

Merito di Bollywood e dei social media

L’India è infatti il Paese dove negli ultimi tempi le criptovalute sono cresciute con maggiore velocità, trainate dal fascino che hanno saputo esercitare sulle star di Bollywood e sugli influencer dei social media. Solo nel 2021, lo scambio di bitcoin sarebbe incrementato addirittura del 650%, afferma Chaianalysis.
"Abbiamo di conseguenza proposto d’introdurre la rupia digitale usando blockchain e altre tecnologie", ha proseguito la ministra, presentando un’ulteriore novità: tutti "i guadagni delle criptovalute e delle piattaforme digitali" verranno tassati del 30% a partire dal primo aprile. Oltre a ciò, verrà trattenuto alla fonte l’1% del valore delle transazioni.

A rischio le monete private?

Dinnanzi all’introduzione di una criptovaluta di Stato, resta da capire che fine faranno quelle private, mai viste di buon occhio in India: tanto che, entrate nel Paese dieci anni fa, nel 2018 erano state vietate dalla Banca centrale, allo scopo di arginare le crescenti truffe ad esse associate. Salvo poi essere riammesse dalla Corte Suprema nel 2020. Giusto qualche mese fa, il premier Narendra Modi ha però messo in guardia "i giovani indiani sul rischio di vedere infranti i sogni per il futuro con investimenti in mani non sicure" e il governo si è pronunciato in favore di un bando definitivo alle monete digitali di natura privata.

La soddisfazione del "mondo blockchain"

In attesa che le intenzioni si chiariscano e traducano in atti istituzionali, il mercato saluta positivamente le decisioni già prese. Pollice alzato fra gli operatori delle blockchain: «Istituire una tassa significa che non ci saranno più divieti».

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