Qual è il ruolo della Svizzera (e del Ticino) nel commercio delle materie prime? La corsa verso i livelli pre-pandemia

Redazione

25 Agosto 2023 - 09:26

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Nel 2021 in Svizzera le imprese con attività principale incentrata sul commercio di materie prime erano 966 e le persone che vi lavoravano circa 10 300.

Qual è il ruolo della Svizzera (e del Ticino) nel commercio delle materie prime? La corsa verso i livelli pre-pandemia

In Svizzera il settore del commercio di materie prime raggruppa i commercianti in senso stretto («core») e gli attori a supporto di queste attività («cluster»). I dati sono prodotti annualmente dall’dall’Ufficio federale di statistica per il core e ogni 2 o 3 anni dalla Segreteria di Stato dell’economia per il cluster. I

Modesti cambiamenti dal 2017

Nel 2021 il commercio di materie prime era l’attività principale di 966 imprese con sede in Svizzera. Il numero di unità, aumentato del 2,3% rispetto al 2020, è in continua crescita dal 2017, anno della prima rilevazione. In queste imprese, che costituiscono il nocciolo duro del settore, lavoravano 10 318 persone in tutta la Svizzera. Questo risultato segna il ritorno alla crescita dell’impiego (+1,4%) dopo il calo registrato nel 2020. A differenza del resto dell’economia, il livello dell’impiego nel 2021 è inferiore a quello del 2019, prima della pandemia. Nonostante ciò, l’andamento complessivo della forza lavoro nel settore del commercio di materie prime in senso stretto è stato positivo. Dal 2017, ad esempio, l’impiego in media annua è cresciuto a un ritmo doppio rispetto al totale dell’economia (+1,8% contro +0,9%).

Il profilo degli impieghi

Nel 2021, due commercianti su tre erano indipendenti. In queste unità si concentrava il 15,8% degli impieghi totali. La maggior parte degli impieghi si trovava quindi in unità che facevano parte di un gruppo. È interessante notare che i gruppi multinazionali svizzeri hanno guadagnato importanza rispetto a quelli esteri. Tra il 2017 e il 2021, la crescita media annua dell’impiego nelle multinazionali svizzere è di sei volte superiore (+3,8%) a quella nelle multinazionali estere (+0,6%). Questa relativa stabilità dell’impiego nel settore del commercio a controllo estero riflette dinamiche contrastanti nei Paesi di origine. Di conseguenza, il numero di impieghi tende a diminuire per i gruppi commerciali a controllo americano (-8,5%), inglese (-3,3%) e olandese (-3,3%), mentre è aumentato tra i commercianti controllati da Lussemburgo (+38,0%), Francia (+9,9%) e Italia (+9,4%).

Domina il commercio di carburanti

L’attività più significativa del commercio di materie prime in Svizzera è la vendita all’ingrosso di carburanti. È praticata dal 30,7% delle imprese e rappresenta il 32,4% degli impieghi. È seguita dal commercio all’ingrosso di minerali e metalli, con rispettivamente il 24,5% delle imprese e il 29,5% degli impieghi. La dinamica degli impieghi in questi due settori è tuttavia diversa. Infatti, tra il 2017 e il 2021 gli impieghi nel commercio all’ingrosso di carburanti sono aumentati del 2,4% su base annua, un dato sensibilmente superiore alla media (1,8%). Gli impieghi nel settore del commercio all’ingrosso di minerali sono invece in calo (-0,2% nell’arco dell’intero periodo). Negli altri rami di attività, l’andamento degli impieghi è molto eterogeneo, con variazioni assolute che vanno da -64 impieghi nel commercio all’ingrosso non specializzato a +277 impieghi nel commercio all’ingrosso di altri prodotti alimentari. Quest’ultimo si colloca subito dopo il commercio di carburanti (+297 impieghi) in termini assoluti di creazione di impieghi.

Situazione negli hub cantonali

Nel 2021 oltre l’80% dei commercianti di materie prime aveva la propria sede legale in cinque Cantoni: Ginevra (33,6% di tutte le imprese del core), Zugo (24,8%), Ticino (12,1%), Vaud (8,3%) e Zurigo (4,9%).
Nelle unità con sede in questi cinque Cantoni erano raggruppati quasi 9 impieghi su 10.
Tra il 2017 e il 2021, Zugo è stato il Cantone che ha registrato la crescita maggiore (+381 impieghi), seguito dal Cantone di Vaud (+266) e da quello di Ginevra (+125). Nel cantone di Zurigo (-170 impieghi), invece, la forza lavoro ha segnato una riduzione. Per quanto riguarda il Ticino, gli impieghi sono tornati al livello del 2017 dopo aver attraversato due fasi successive di aumento (nel 2018 e 2019) e di diminuzione (nel 2020 e 2021). L’andamento degli impieghi è diverso a seconda che l’hub si concentri principalmente sulle attività di commercio di combustibili o, al contrario, sul commercio di minerali.

Attività di supporto al commercio

Tra queste rientrano il finanziamento, l’audit, la consulenza, la certificazione, l’assicurazione, la mediazione marittima (shipbroking) e i servizi di trasporto e logistica. L’indagine del gennaio 2023, svolta su incarico della SECO, ha rilevato 1644 impieghi nel 2022. Il finanziamento sembra essere l’attività di supporto più significativa del cluster, con 954 impieghi in questo settore. Seguono l’audit e la consulenza (236 impieghi), la mediazione marittima (166 impieghi), i servizi di trasporto e logistica (143 impieghi), l’ispezione e la certificazione (78 impieghi) e le assicurazioni (67 impieghi). Con 1019 impieghi, il Cantone di Ginevra fa la parte del leone, seguito dal Cantone di Zurigo (311 impieghi), dal Cantone di Vaud (134 impieghi), dal Cantone di Zugo (71 impieghi) e dal cantone Ticino (46 impieghi).

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