Ripresa economica e mercato del lavoro, la carenza di manodopera qualificata è la minaccia più grande?

Matteo Casari

13 Luglio 2023 - 07:11

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Il Barometro dell’occupazione dell’Unione svizzera degli imprenditori ha mostrato la solidità del mercato del lavoro svizzero, evidenziando però vari segnali di rallentamento per l’economia.

Ripresa economica e mercato del lavoro, la carenza di manodopera qualificata è la minaccia più grande?

Nonostante i segnali di rallentamento dell’economia svizzera, il mercato del lavoro «gira a pieno regime e finora ha mostrato pochi segni di debolezza». Così recita il rapporto dell’ultimo Barometro dell’occupazione dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI), che dipinge però un quadro contrastante del contesto economico e lavorativo del nostro Paese.

Lo scorso autunno l’economia svizzera ha dovuto affrontare la minaccia di una carenza di elettricità e gas. Grazie all’inverno relativamente mite, però, sono state evitate misure drastiche e la ripresa economica si è evoluta meglio del previsto. Da allora la tenuta è stata buona e anche i dati per la prima metà del 2023 sono più positivi di quanto ci si aspettasse. Secondo l’USI, uno dei motivi dell’andamento migliore è da ricondurre ai consumi privati, che hanno beneficiato degli effetti di recupero post-pandemici e dell’elevato tasso di occupazione.

Economia in rallentamento da oltre un anno

L’ultimo barometro dell’occupazione dell’Unione Svizzera degli imprenditori mostra tuttavia i primi segnali di un raffreddamento dell’economia. Il barometro economico del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF), ad esempio, aveva raggiunto un picco intermedio già lo scorso marzo e da allora è in costante calo. Dal maggio 2022 si trova ininterrottamente al di sotto della sua media di lungo periodo di 100 punti.
Il rallentamento dell’economia si riflette anche nelle valutazioni leggermente più pessimistiche della situazione aziendale nella maggior parte dei settori.

Sotto pressione il settore terziario

Il settore dei servizi, che di recente ha beneficiato di consumi privati sostenuti, «rischia di essere sempre più sotto pressione a causa dell’inflazione». Nell’industria orientata all’esportazione hanno contribuito a una valutazione positiva la buona situazione degli ordini e le forti esportazioni.
Ma il calo della propensione agli investimenti, dovuto alla stretta monetaria e alle numerose incertezze globali, potrebbe aggravare la situazione anche in questo settore. L’aumento dei tassi di interesse si fa sentire anche nel settore delle costruzioni, dove comunque la situazione degli ordinativi è attualmente ancora stabile.

Resta solido il mercato del lavoro

Finora, secondo il rapporto dell’USI, il mercato del lavoro è stato poco toccato da questi sviluppi. Le aziende di tutti i settori intervistati prevedono ancora di ampliare la propria forza lavoro. «La carenza di lavoratori qualificati rimane quindi un problema, anche se l’economia si sta raffreddando».
Quasi tutti i settori si stanno sviluppando al di sotto del loro potenziale a causa della carenza di lavoratori qualificati. Quest’ultima rimane quindi «il principale freno all’economia svizzera». Le aziende continueranno dunque a cercare disperatamente il personale adatto.
Non è dunque lecito attendersi a breve una forte riduzione della carenza di manodopera. Da un lato, c’è una domanda arretrata a causa delle numerose posizioni non occupate nelle aziende e, dall’altro, l’offerta di lavoro sta diminuendo a motivo dell’uscita dal mercato del lavoro dei “baby boomer" senza una corrispondente compensazione da parte delle fasce più giovani.

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