Portafoglio titoli in revisione. La Banca nazionale svizzera sta valutando l’impatto delle sanzioni contro la Russia.
Titoli russi a rischio. E la Banca nazionale svizzera (BNS) valuta se separarsi da quelli in suo possesso a causa delle sanzioni.
“La BNS detiene titoli legati alla Russia e rappresentano meno dello 0,05% delle riserve in valuta estera”, precisa la BNS al quotidiano svizzero tedesco Tages-Anzeiger. E secondo Bloomberg, tra azioni e obbligazioni, la cifra totale ammonta tra i 100 e i 474 milioni di franchi. Per questo, "La BNS sta attualmente esaminando, nel rispetto delle sanzioni, se questi titoli siano detenuti o venduti".
Attenzione rivolta alle banche centrali
UE e Stati Uniti hanno posto il veto sulle transazioni con la banca centrale russa. Così facendo, lo stato di Vladimir Putin non può far conto sulle sue riserve monetarie di oltre “630 miliardi di dollari”. Ieri, il presidente Cassis ha annunciato l’intento della Svizzera di aderire alle sanzioni dell’UE.
Il ruolo della BNS
Dalle informazioni raccolte da Tages-Anzeiger il ruolo della banca nazionale è rilevante sotto due aspetti: da un lato rappresenta la controparte della banca centrale russa. Dall’altro, pesa il portafoglio dei titoli accumulati dalla BNS che nel corso di questi anni è arrivato a sfiorare quasi 1 trilione di franchi, per via degli interventi sul mercato dei cambi.
Un dato storico
È la prima volta che il gruppo bancario fornisce dettagli riguardo ai suoi investimenti russi. E da quel che dichiara lascia intuire che la Banca nazionale abbia investito almeno 100 milioni di franchi in azioni e obbligazioni russe. Investimenti che poi hanno perso valore a causa della pandemia.
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