Il caro energia colpisce anche lo sci: in Italia rincari fino al 13%, i Grigioni per ora tengono duro

Matteo Casari

12/10/2022

13/10/2022 - 09:39

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La stagione invernale si prospetta fortemente condizionata dalla crisi energetica. E in Italia, già molti impianti hanno annunciato rialzi dei prezzi degli skipass. In Svizzera invece ancora nessuna misura straordinaria.

Il caro energia colpisce anche lo sci: in Italia rincari fino al 13%, i Grigioni per ora tengono duro

La stagione sciistica invernale sembra essere la vittima più recente della crisi energetica. Viste le difficoltà e l’aumento dei prezzi riguardo all’approvvigionamento energetico, molte stazioni sciistiche saranno costrette a rivedere i propri piani, aumentare i prezzi o addirittura a dover chiudere. Tuttavia, la situazione da una parte all’altra del confine Svizzera-Italia è ben diversa.

Stagione invernale a rischio

Oltre confine, infatti, una stazione sciistica italiana ha già annunciato che non metterà in moto gli impianti di risalita la prossima stagione. Si tratta del comprensorio della Panarotta, in Trentino Alto Adige.
I rincari dei costi dell’energia stanno mettendo in ginocchio diversi altri impianti, che ora sono alla ricerca di strategie e soluzioni per poter sopravvivere e salvare una stagione invernale che pare complicata e incerta ancora prima di cominciare.
Tutto il mondo del turismo di montagna è in apprensione, con decine di migliaia di posti di lavoro a rischio. L’incessante caro-energia sta portando gli impianti di risalita a prendere decisioni dolorose, come chiudere in alcuni giorni della settimana o aprire a giorni o ad orari alterni, mentre altri vanno verso decisioni più drastiche, come la chiusura totale del servizio.
A questo scenario già complesso, si aggiunge un’altra incognita: ci sarà abbastanza neve? L’utilizzo dei cannoni per produrre neve artificiale avrà un costo decisamente più pesante del solito visti i rincari. Per questa ragione l’uso di questi strumenti potrebbe essere ridotto al minimo, con grande affidamento lasciato alle condizioni atmosferiche. Inoltre, i costi sono esplosi non solo all’ambito dello sci, dato che anche il settore e alberghiero e della ristorazione legati al turismo invernale dovranno fare i conti con il caro-energia.

Skipass in aumento fino al 13% in Italia

In Italia, sono stati gli skipass giornalieri, plurigiornalieri e stagionali a subire i rincari più elevati, con aumenti previsti tra il 6% e il 12/13%, con una media che dovrebbe avvicinarsi al 10%. Una situazione più chiara si avrà nelle prossime settimane, quando agli impianti arriveranno le bollette degli ultimi mesi estivi, e dunque molti di questi faranno le dovute valutazioni in termini di rialzo dei prezzi. È già questo il caso del Dolomiti Superski, il vasto comprensorio di oltre 1.200 chilometri sulla catena delle Dolomiti, che nel suo attuale tariffario ha inserito un asterisco per avvisare i clienti di un possibile aumento. Il giornaliero per accedere a questi impianti, in alta stagione, è passato da 67 euro dell’ultimo inverno a 74, mentre lo stagionale passa dagli 870 euro di un anno fa agli 890 euro se acquistato entro il 24 dicembre. Comprarlo dopo Natale significa dover sborsare fino a 60 euro in più, arrivando a spendere circa 950 euro.
L’incremento maggiore è stato a Bormio in Valtellina, dove il prezzo del giornaliero in alta stagione ha subito un incremento del 13%, passando da 46 euro a 52 euro, con lo stagionale in aumento del 6,4%. Più contenuti gli aumenti a Livigno (+5,8% giornaliero +4,8% per lo stagionale). Vicino al 9% il rincaro in Val d’Aosta: +8,9% a Courmayeur (da 56 a 61 euro) e +7,5% a Cervinia (da 53 a 57 euro).
Tuttavia, esistono ancora realtà che hanno al contrario già confermato che i prezzi non aumenteranno. Tra queste ci sono i sei comprensori del Friuli Venezia Giulia, dove è stato deciso di non aggiornare i prezzi, con il giornaliero che continuerà a costare 39,50 euro per l’intera stagione.
I rincari in terra italiana non coinvolgeranno, però, solo gli impianti di risalita, dato che anche i prezzi del settore alberghiero sono in impennata. Sette notti a Cortina d’Ampezzo verranno costare dai 1.000 ai 7.000 euro per persona, a Ortisei da 800 a 3.400, a Courmayeur tra gli 800 e i 5000 euro, mentre a Livigno tra gli 800 e i 7.500 euro a testa. Secondo Assoutenti, associazione italiana per i diritti dei consumatori, la spesa media procapite per una settimana bianca (tra skipass, alloggio, servizi, consumazioni, ristoranti, ecc.) sarà compresa tra i 1.400 e i 1.600 euro, trasporti esclusi, con una crescita stimata tra il +15% e il +18% rispetto alla stagione 2021/2022.

Nei Grigioni ancora tutto nella norma

La situazione è ben diversa per quanto riguarda il panorama svizzero. Nel Cantone dei Grigioni, nel quale si trovano alcune tra le mete europee più ambite dagli sciatori, ad oggi non è stato previsto nessun aumento dei prezzi, o almeno il meccanismo che definisce il costo dello skipass non è cambiato in confronto agli anni passati.
Rispetto all’Italia, infatti, nei Grigioni il prezzo dello skipass non è variabile soltanto in base alla stagione, ma aumenta man mano in base alla domanda (meccanismo Snow-Deal), con un sistema simile a quello dei biglietti aerei.
Come dichiarato da Hannelore Hofer, addetta stampa per l’Italia e la Svizzera italiana per Engadin St. Moritz Mountains, Corvatsch e Diavolezza Lagalb, il prezzo di partenza dei giornalieri, dello stagionale e il meccanismo che stabilisce il rapporto costo-domanda restano tutti invariati per questa stagione invernale in arrivo. «Gli sciatori non devono temere prezzi più alti, se prenotano in anticipo i loro skipass e si organizzano dunque per tempo» afferma la Hofer. Il prezzo base dello skipass giornaliero in Engadina, che comprende tra le altre la celebre località di St. Moritz, è di 45 franchi. Il meccanismo Snow-Deal non prevede un tetto massimo, ma solitamente il prezzo di un giornaliero in alta stagione può arrivare poco oltre i 100 franchi.
Che le montagne dei Grigioni stiano per ora uscendo indenni dal caro-energia è stato anche confermato da Marcus Gschwend, amministratore delegato dell’Organizzazione degli impianti di risalita dei Grigioni (BBGR), sostenendo che fino ad oggi non sono stati riscontrati aumenti dei prezzi, i quali comunque dipendono dalle singole compagnie. «Tuttavia, visto l’andamento dell’economia, non è da escludere che la penuria energetica possa colpire il settore degli impianti di risalita così come tutti gli altri settori» commenta Gschwend.
Mentre fino a poco tempo fa era molto comune vedere gli sciatori svizzeri raggiungere le vette italiane per risparmiare, chissà che questa stagione in arrivo rappresenti un cambio di rotta di questa tendenza.

Crediti foto: ©Engadin St. Moritz Mountains - fotografo: Fabian Gattlen

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