L’OMS mette in allerta per la variante Lambda, perché?

Claudia Mustillo

17 Giugno 2021 - 09:39

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Nel report settimanale dell’Organizzazione mondiale di sanità, la variante Lambda è stata inserita nel gruppo di varianti "di interesse". Cosa significa?

Una nuova, o quasi, variante è diventata di interesse per l’Organizzazione mondiale di sanità. Nel report settimanale svolto dall’organizzazione, infatti, è stata evidenziata una nuova variante del SARS-CoV-2. Tra le molteplici varianti scoperte fino ad ora, questa è catalogata come "di interesse", ossia viene indicata particolare attenzione da parte degli esperti.

Sebbene le percentuali di diffusione non siano ancora allarmanti, però risultano abbastanza alte da attirare l’attenzione internazionale. Se la variante Delta è presente in Francia per un totale del 4% dei casi di positività al virus, quella Lambda in America Latina ha percentuali del 10-15.

Al momento l’Organizzazione mondiale di sanità ha suddiviso le varianti in tre gruppi diversi: quelle di interesse, che destano preoccupazione e quelle con conseguenze significative. Per ogni gruppo sono previsti una serie di protocolli e consigli da seguire. Per quanto riguarda la variante Lambda, questa è sotto controllo da circa un anno, ma in questi giorni con l’aumento dei casi, l’OMS ha invitato a una maggiore attenzione.

La variante Lambda, in breve

Sono tantissime le varianti del virus scoperte fino ad ora e molte altre saranno indubbiamente scoperte in futuro. Un gran numero di varianti non ha impatto sulla contagiosità e sulla mortalità, per questo l’Oms non le ha inserite all’interno dei diversi gruppi individuati. Altre, come la variante Delta (ex indiana), sono osservate speciali da molto tempo.

Nel report settimanale l’Organizzazione mondiale di sanità ha spiegato che la variante Lambda (scoperta in Perù) è stata classificata come "di interesse". Non si tratta di una nuova variante, dal momento che era stata individuata già lo scorso agosto.

Al momento la variante Lambda è diffusa in circa 29 Paesi, con una maggior presenza in America Latina: Cile (31%), Perù (9%), Ecuador (8%) e Argentina (3%). Secondo l’Oms e secondo le autorità peruviane, inoltre, questa variante è stata la più diffusa durante lo scorso aprile con l’81% dei casi di positività riconducibili a quest’ultima.

I gruppi individuati dall’OMS

Per loro natura i virus mutano nel corso del tempo. Al momento le varianti individuate dall’Oms sono più di 4 mila e non tutte hanno la stessa pericolosità e le stesse caratteristiche, per questo l’organizzazione ha differenziato i gruppi:

  • Varianti di interesse, si tratta di tutte quelle varianti che sembrerebbero portare a un aumento di casi e che possono rendere inefficace la campagna vaccinale;
  • Varianti che destano preoccupazione, si tratta di quelle varianti per cui è stata confermata una maggiore contagiosità o letalità. I rischi in questo caso sono: minore efficacia dei vaccini e delle terapie, maggiore contagiosità e probabilità di seconde infezioni;
  • Varianti con conseguenze significative, si tratta del livello massimo di allerta per l’Oms. Sono quelle varianti che hanno subito una maggiore mutazione e il rischio è quello dell’elusione totale di terapia e diagnosi, nonché una maggiore mortalità a causa di una manifestazione più grave della malattia. Al momento non ci sono varianti in questo gruppo.

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