Vendita ITA Airways, 7 le richieste dello stato agli acquirenti. Intanto il "caro-volo" vicino al suo picco

Matteo Casari

08/08/2022

08/08/2022 - 11:39

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L’iter di vendita della compagnia aerea italiana ITA Airways sta incontrando qualche intoppo, nonostante le tempistiche per la chiusura richiedano fretta. Il Tesoro ha sette richieste da chiarire alle cordate interessate all’acquisto. Nel frattempo, i prezzi dei biglietti per i voli intercontinentali salgono alle stelle.

Vendita ITA Airways, 7 le richieste dello stato agli acquirenti. Intanto il "caro-volo" vicino al suo picco

ITA Airways, la compagnia aerea nata dalle ceneri di Alitalia, avrebbe dovuto necessariamente trovare fondi privati per continuare a volare. Il passaggio della maggior parte delle quote a una proprietà privata sembrava ormai cosa fatta, ma ora il Ministero dell’Economia (Mef), con il Dipartimento del Tesoro in prima linea, ha mostrato le sue preoccupazioni con sette richieste elaborate per i potenziali compratori, con la speranza di ottenere offerte più cospicue.
Intanto brutte notizie per chi intende imbarcarsi per una destinazione lontana e non ha ancora acquistato i biglietti: I costi dei voli per le destinazioni intercontinentali hanno raggiunto prezzi shock.

Lo scenario dell’iter di vendita

Le due cordate interessate all’acquisto di ITA Airways, il gruppo MSC-Lufthansa e Cetares, dovranno sciogliere alcune perplessità mostrate dal Dipartimento del Tesoro prima di accaparrarsi la maggioranza delle quote della compagnia, e dovranno farlo in fretta. La nuova offerta vincolante è da presentare entro le 23.59 del 22 agosto.
Il Tesoro, ad oggi azionista unico di ITA, sta cercando un modo di alzare e migliorare le due offerte, dato che non si mostra troppo soddisfatto delle due proposte effettuate dalle cordate interessate.

Le 7 richieste alle cordate interessate

  1. La prima preoccupazione del Tesoro riguarda ovviamente il prezzo per l’acquisto della maggioranza delle quote. Partendo dal fatto che il valore della compagnia a gennaio si valutava attorno a 1,3 miliardi di euro, ora le due offerte in gara ammontano una a 800/850 milioni e l’altra a 600 milioni, cifre che non convincono a pieno.
  2. Un secondo aspetto controverso è la divisione delle quote. Entrambe le offerte prevedono una permanenza, almeno temporanea, del Ministero in quanto azionista minoritario. Il Tesoro si mostra interessato a mantenere la quota più alta possibile, ma per ora la cordata MSC-Lufthansa sarebbe disposta a lasciare il 20%, Cetares si spingerebbe fino al 40%.
  3. Conseguentemente al punto precedente è legato l’aspetto della governance. Dato che entrambe le offerte lascerebbero al Mef una quota minoritaria, MSC-Lufthansa concederebbe un seggio nel consiglio d’amministrazione al Ministero, Cetares due. Il Tesoro tuttavia preferirebbe avere un ruolo più chiave nelle decisioni cruciali riguardanti ITA.
  4. In seguito c’è poca convinzione riguardo alle strategie che si seguiranno una volta conclusa la vendita: il Tesoro vorrebbe mantenere autonomia sulla strategie riguardanti gli investimenti e la gestione della flotta, un punto non condiviso specialmente con il gruppo MSC-Lufthansa.
  5. Il governo vorrebbe inoltre avere potere di veto sul management futuro della compagnia. Gli statunitensi di Cetares potrebbero mostrarsi più aperti a questa soluzione, mentre la cordata dei due colossi vorrebbe soltanto discutere della selezione della direzione con il governo italiano, senza però sottostare alle sue decisioni.
  6. Il Tesoro non è convinto della situazione finanziaria dei compratori, soprattutto di Cetares. Per questa ragione il Ministero ha elaborato la richiesta di poter analizzare i bilanci delle compagnie interessate.
  7. Infine, dato il decreto del governo attuale obbliga l’uscita dello stato dalla compagnia aerea in futuro, il Mef desidera definire le tempistiche della sua uscita già adesso, mentre le cordate in corsa faticano a promettere tempi precisi, a causa dell’attuale contesto economico molto instabile.

Il "caro-volo" in crescita smisurata

Il settore aereo sta vivendo una forte crisi, almeno a livello di servizi offerti recentemente ai viaggiatori. I continui scioperi del personale stanno causando disagi, ritardi e cancellazioni, mentre la recessione economica sta facendo salire i prezzi dei biglietti in continuazione.
Proprio riguardo a questo ultimo punto, è curioso vedere come ormai sia impossibile, per i ritardatari che ancora non hanno organizzato le proprie vacanze, intraprendere un viaggio intercontinentale nell’imminente futuro. Assoutenti, associazione che ha messo a confronto le tariffe praticate dalle compagnie aeree per alcune destinazioni europee e internazionali, ha analizzato che per viaggiare dall’Italia oggi bisogna mettere in conto le seguenti spese per singolo biglietto: per New York circa €1.000, per Sydney circa €1.500 e per Pechino addirittura €10.000 (€3.500 con almeno tre scali).
La situazione non risulta diversa partendo dagli aeroporti svizzeri: CHF 1.200 per New York, CHF 2.800 per Sydney (almeno uno scalo), minimo CHF 1.500 per centro e sud America, e nessun volo diretto per Pechino (CHF 3.300 con almeno tre scali).

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