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IMMOBILIARE Quando riqualificare casa è una questione di benessere. L’opinione di Alessandro Rota e Giulio Ciccone

Redazione

11/10/2022

12/10/2022 - 15:55

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Troppo spesso si decide di ristrutturare per risparmiare: ma la qualità della vita è l’unico, vero input per fare un ottimo investimento. Parola di Alessandro Rota di Maison Elite Group e Giulio Ciccone di GR Group

IMMOBILIARE Quando riqualificare casa è una questione di benessere. L'opinione di Alessandro Rota e Giulio Ciccone

C’è una parola che si pronuncia troppo di rado, quando si parla di riqualificazione di un edificio: benessere. Preferiamo concentrarci sull’estetica; ragionare sul risparmio, economico ed energetico; al più, ci focalizziamo sull’armonizzazione con l’ambiente circostante. Casomai, intavoliamo una discussione sul potenziale investimento a lungo termine. Il beneficio di chi abita scivola invece verso il basso, in apparenza meno significativo, dinnanzi a interessi che, a torto o ragione, si riconoscono preponderanti. Peccato davvero. Perché, a ben guardare, il segreto è tutto lì, in un termine che sembra marginale. Il concetto cui si dovrebbe far riferimento, e che in sé racchiude tutti gli altri, è proprio quello che viene accantonato: quanto si potrà star bene in una residenza messa a nuovo per garantire una migliore qualità della vita.

riqualificazione energetica rota

La priorità: «Dare valore all’esistenza»

Da qui tutto discende, in maniera più che semplice, quasi scontata. Lo ripete spesso Alessandro Rota, ceo di Maison Elite Group; lo ribadisce Giulio Ciccone di GR Group, braccio destro nelle operazioni di riqualificazione energetica. Ѐ il denaro a essere secondario; il risparmio a rivelarsi conseguenza. «La priorità è dare vero valore alla vita, il Covid ci ha aiutato a capirlo», dicono. A questo fine, la casa ha molte opportunità da offrire. «Tanti aspetti si possono migliorare, per far stare meglio di chi vi risiede». Eppure, quando ancora oggi si decide di riqualificare, lo si fa spinti da un obiettivo di risparmio, piuttosto che di benessere, sia esso dell’uomo o dell’ambiente. I soldi sono ancora quel motore che fa girare il mondo. E il portafoglio il pensiero primo. 

La bilancia dei costi e dei benefici

«La maggioranza decide di riqualificare per motivi economici, come per esempio abbattere le bollette - osservano Rota e Ciccone - Il Covid ci ha fatto scoprire l’importanza di stare bene e ha fatto crescere la percentuale di chi è più sensibile alla qualità della vita, ma non abbastanza. Il numero di persone che agisce spronato solo dall’aspetto economico è ancora troppo alto». Risultato: ogni intervento edilizio viene posto su una bilancia che misura costi e risparmio futuro, invece del più saggio "costi e benefici". Anche quando - accade spesso - il beneficio si traduce alla lunga in guadagno. «Rendere la casa un luogo di benessere è un investimento in senso stretto, di natura immobiliare - spiega Rota - Il 90% delle case svizzere ha un’ipoteca. Ebbene, i parametri di valutazione di un edificio stanno cambiando in maniera rapidissima. Nel giro di pochissimi anni, per la concessione di un prestito le banche utilizzeranno come coefficiente il grado di benessere e sostenibilità che un’abitazione può garantire, privilegiando le case con le soluzioni più evolute».

I vantaggi del soffitto radiante

Come il soffitto radiante e raffrescante, che oggi è ancora prodotto di nicchia, anche se esiste da un paio di decenni. Basta radiatori, meglio le serpentine collocate sul soffitto, che climatizzano senza spostare aria e polvere: ciò nonostante la resistenza al cambiamento è ancora troppo forte, anche dinnanzi agli evidenti vantaggi. «Il soffitto va ripensato come uno spazio polifunzionale, in grado di aiutare a riscaldare la casa, a ionizzarla o a insonorizzarla, senza sottrarre spazi utili in basso».

L’esperienza conta più delle parole

Qualcuno, per lo più enti come banche o scuole, prova a crederci; latita invece il privato, che continua a preferire il più rassicurante condizionatore split: semplicemente perché è cosa nota. «Ecco perché parliamo di "esperienza". Ѐ di questo che la gente ha bisogno: di provare, per capire e non avere più alcuna perplessità, generata solo dalla paura del nuovo. I tempi si sono evoluti: oggi non si vende più un prodotto, ma un’esperienza. Portiamo la gente nei nostri uffici perché sperimenti il senso di quello che diciamo. E, a quel punto, non abbiamo dubbi: capisce e accoglie ciò che proponiamo».

L’umana resistenza al cambiamento

Irraggiare calore o fresco dal soffitto, alla maniera esatta in cui fa il sole, invece di scaldare aria dal basso verso l’alto, con il rischio di trasportare contaminanti nelle stanze. Meno rischi sanitari, meno rumori, meno problemi di salute: «L’unica soluzione è il tempo. Non sappiamo quanto ne servirà, ma la gente è destinata a capire che il futuro è pensare a se stessi: solo così si risparmia e si fanno affari veri. Non finiremo mai di ripeterlo: il vero valore, inteso anche nel senso di guadagno, è il benessere. Purtroppo il cliente fatica a comprenderlo, perché è qualcosa di impalpabile, che non si tocca né si vede, così come non si vedono gli impianti che restano dietro i pannelli. L’essere umano ha bisogno di fisicità, visiva e sensoriale, per produrre anzitutto in se stesso un cambiamento». 

La domanda: "Essere o benessere?"

Molto è quello che si perde nel frattempo. «Per esempio, un altro sistema innovativo è la fotocatalisi. Serve a disgregare gli inquinanti, attraverso un processo di reazione della parete alla luce». Esiste da prima del Covid, ma solo la pandemia è riuscita a portarlo alla ribalta, sia pur in ambiti ancora troppo ristretti. «La domanda che dobbiamo porci è: "Essere o benessere?". Essere è il quotidiano, la consuetudine. Benessere è il futuro. Ѐ prendere tempo per noi, portare la natura in casa, ricreando in uno spazio chiuso le condizioni che esistono all’esterno e che ci fanno sentire bene. La terra ha un proprio modo di rigenerarsi. Noi dobbiamo imparare da lei».

L’importanza di una progettazione olistica

Parola d’ordine: progettazione olistica. Bisogna essere un po’ visionari, per fare da apripista: ma la strada è questa e già tracciata. «C’è già tutto: si tratta di metterlo in pratica, sensibilizzando in primis i progettisti, che spesso sono ancora legati a modi vecchi e più facili. Bisogna valutare l’opportunità del cambiamento». Serve però il coraggio di osare, per trasformare il presente in futuro. Senza farsi fermare dalla paura dei costi, che in realtà vanno interpretati in modo più opportuno. «Ogni franco che si spende per il benessere è un investimento. Il valore aggiunto che si crea è inestimabile».

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