Commercio al dettaglio

Nel commercio al dettaglio il ricavo netto è cresciuto dell’1,6%. Il settore aziendale commercio all’ingrosso / produzione è aumentato del 14,6%.

Credit Suisse e la società di consulenza Fuhrer & Hotz pubblicano lo studio annuale sulle prospettive del commercio al dettaglio svizzero.

«O apriamo tutti o è inutile», affermano per le vie di Lugano. L’aria che si respira è di una certa insofferenza e puntualizzano: «Di certo non è lavorando la domenica che facciamo grandi incassi».

Ad agosto, in termini nominali sono cresciute del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

In termini nominali, su base mensile, hanno registrato un calo dello 0,3%.

Stesso prezzo, prodotto più piccolo. Ecco come molte aziende contrastano l’aumento delle materie prime. Fa sempre più notizia la “shrinkflation”, un effetto collaterale dell’inflazione, divenuto recentemente anche argomento di discussione sui social.

La Consumer Protection Cooperation Network (CPC) e l’autorità dei consumatori e dei mercati (ACM) sono riuscite a ottenere la collaborazione della piattaforma di e-commerce Wish ad aumentare la trasparenza dei prezzi in linea con i requisiti dell’Unione Europea.

Crescono le vendite dl comparto non alimentare, mentre rimane piatto il consumo di prodotti alimentari, bevande e tabacchi.

Rincaro prezzi, vacanze e attenzione ai consumi fanno diminuire gli acquisti anche di beni primari come cibo e bevande.

Il primo trimestre 2022 è andato bene in particolare per l’abbigliamento, che però sconta un periodo di chiusura causa Covid. In crescita l’inflazione, che annulla l’effetto degli aumenti di reddito.