Il sogno di portare lo spazio sulla terra: così vivremo in città più a misura d’uomo. Se ne parla a Lugano

Sara Bracchetti

10/05/2023

11/05/2023 - 12:30

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Esponenti dell’architettura e del design spaziale si riuniranno a Lugano per un workshop in cui mostrare come la concezione degli edifici possa trarre insegnamento prezioso da ciò che già si fa nello spazio. Organizza la School of distruption.

Il sogno di portare lo spazio sulla terra: così vivremo in città più a misura d'uomo. Se ne parla a Lugano

Immaginate di vivere sulla terra come se foste nello spazio. Perché il sogno non è solo la fuga: l’addio al pianeta verso un mondo inesplorato, esperienze senza precedenti e misteri da svelare, la storia dell’umanità stravolta verso l’infinito. Il sogno è anche portare qui quello che c’è là: sulla terra ciò che si trova al di fuori di essa, la scoperta declinata ai parametri di una realtà conosciuta. Non è compromesso, non è diminutio. Ѐ altro modo di coltivare una visione.

Obiettivo: innovare e rivoluzionare

Punto di partenza fin ovvio, l’industria spaziale: che, a bene ragionare, non ha bisogno di andar troppo distante per offrire cose all’uomo. Vale la pena, quantomeno, di esplorare il tema, capire i suoi punti di forza e farne tesoro. Di provare a essere “disruptive”: non nel senso più frequente e deteriore di "destabilizzante", ma in quello che parte dall’etimologia del termine per raccontare di una rottura col passato. Di innovazione, di rivoluzione che chiamar si voglia: ecco perchè è la School of disruption, emanazione e-learning dello Swiss Institute for Disruptive Innovation, nata un anno fa e già capace di raccogliere attorno a sé oltre 2.200 membri di 50 Paesi, a proporre una settimana di formazione sull’architettura spaziale e il suo potenziale a vantaggio della terra.

Appuntamento dal 12 al 16 giugno

Appuntamento a Lugano dal 12 al 16 giugno, a due anni ormai di distanza dal primo corso di “Space Architecture and Design” e a uno dal primo workshop di otto giorni che, fra il 25 aprile e il 4 maggio 2022, aveva individuato l’International Space University di Illkirch-Graffenstaden, in Francia, come sede. Stavolta si punta alla Svizzera, e a quella italiana, per «progettare edifici e città più sostenibili e intelligenti», che prendano spunto da quel che c’è al di là della terra, trasferendo qui il know-how concepito nello spazio. Per una settimana, firme illustri dell’architettura e del design spaziale si riuniranno nel Canton Ticino con la missione di aprire punti di vista inediti, istruendo sulle possibilità già in essere una platea selezionata di utenti.

Si scommette sul Canton Ticino

«Lugano perché è una scommessa che vogliamo vincere, in un territorio che si prospetta meno facile di Zurigo, ma che manifesta un’attrazione forte per il tema e saprà apprezzare le voci qui riunite dell’agenzia spaziale europea, piuttosto che dell’International space University - spiega Paola Sonni, project manager del Swiss Institute for Disruptive Innovation - Vogliamo invertire la tendenza secondo cui è Zurigo a fare da comprensorio internazionale». La prima parte della scommessa già è vinta. Viene dalla risposta entusiastica che è stata raccolta nelle scorse settimane: e Massagno già è pronta a ricevere il numero massimo di partecipanti al workshop, una ventina di persone provenienti ciascuno da un diverso Paese del mondo.

Nomi di punta: Imhof e Waclavicek

Nomi di punta, quelli degli architetti Barbara Imhof e René Waclavicek, ideatori del progetto, che si avvarranno della collaborazione di Christophe Lasseur, Agenzia Spaziale Europea, Christina Ciardullo, architetto spaziale della piattaforma di ricerca/studio SeArch+, Angelo Vermeulen, artista, biologo e ricercatore con esperienze presso Nasa ed Esa, Virginia Wotring, docente di Human Perfomance in Space dell’International Space University e di diverse personalità attori della space economy.

Dalle lezioni alla competizione finale

La formula è quella già collaudata dalla prima edizione, con lezioni frontali al mattino ed esperienza pratica in team al pomeriggio, per dar vita a una competizione che sarà valutata, nella capacità di saper interpretare l’innovazione dallo spazio verso la terra, da una commissione di architetti proveniente da studi internazionali leader nel mondo. Quali Paolo Colombo di A++ Architects o Adolfo Suarez di Lombardini22, affiancati da Maria Antonietta Perino, direttore space economy exploration di Thales Alenia Space.

Ciminelli: «Un’esperienza abilitante»

«Nella splendida venue di Lugano, accoglieremo un panel di assoluto rilievo, creando anche un’occasione di network per quella che vorremmo fosse una nuova classe di professionisti del design - riflette e spiega Igor Ciminelli, fondatore e direttore della School of disruption - Un’ esperienza abilitante per nuove visioni professionali e di ricerca. Con lo Swiss Institute for Disruptive Innovation e la School of Disruption, guardiamo allo spazio in termini di “advocacy”, per le sue opportunità di trasferimento tecnologico e di conoscenze, lavorando ormai da anni in ambito formazione e consulenza».

La forza dello spazio, la fragilità della terra

Assicura Barbara Imhof che «dallo spazio si ha una prospettiva globale, una sorta di visione d’insieme, ma si vede anche la fragilità del pianeta e questo è il punto focale del nostro discorso»; dice Christophe Lasseur che «il grande pubblico generalmente comprende la posta in gioco e le ripercussioni che questa ricerca può avere sui temi quotidiani: la gestione dei rifiuti, la qualità dell’acqua, il cibo». Ecco che cos’ha, anzitutto, lo spazio da insegnare - e insegnarci. Ecco quali domande pone, invitando a ipotizzare risposte. Cambiamenti sociali e geopolitici, crisi climatiche e nuovi bisogni abitativi: come tradurre tali input in un design sostenibile degli ambienti, in grado di fronteggiare le sfide che il futuro pone? Già: per tornare all’immagine iniziale, sembra un sogno. E a dire la propria prima di tutti, questa volta almeno, sarà Lugano.

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