Tornano cinesi e giapponesi: il turismo in Svizzera ricomincia a fare grandi numeri

Sara Bracchetti

31 Maggio 2023 - 15:23

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Le previsioni per l’estate 2023 sono confortanti: il tempo del Covid è finito, per la prima volta si dovrebbero raggiungere i livelli - e i guadagni - del 2019.

Tornano cinesi e giapponesi: il turismo in Svizzera ricomincia a fare grandi numeri

Si torna al passato: a quando la Svizzera era una località ambita dai turisti, lodata per le sue bellezze che, in estate soprattutto, non si perdeva occasione di ammirare. Un appeal che aveva sempre attratto visitatori dall’Oriente, poi trattenuti in patria dal Covid: ora che la minaccia non c’è più, si ripristina l’equilibrio perduto. E la Confederazione elvetica, per la prima volta dalla pandemia del 2020, promette di tornare ai livelli del 2019.

Pernottamenti: si punta a superare i 22 milioni

Secondo le previsioni turistiche pubblicate da BAK Economics per conto della Segreteria di Stato dell’economia, nell’estate 2023 il numero di pernottamenti raggiungerà finalmente e di nuovo i 22,5 milioni, pari a +660 mila e il 3% in più in un anno. Anche il 2022, infatti, era stato un periodo positivo, ma non al punto da ripristinare i grandi numeri. Stavolta, invece, ce la si potrebbe fare per davvero: complici sia una domanda interna ancora elevata, benché in calo, sia il contributo degli ospiti asiatici. E se qualche lieve dubbio permane, o se la crescita non potrà essere di quelle impressionanti, la responsabilità è da cercare solo nel contesto economico difficile. Non ci fosse la guerra, cioè, e l’inflazione, si registrerebbe un boom senza precedenti.

L’inflazione rallenta il mercato europeo

A deludere è la domanda europea, che a quanto pare soffre di più le ragioni deterrenti agli spostamenti. che mettono un freno alla voglia di viaggiare. Qualcosa di analogo a quanto già accaduto lo scorso inverno, quando il potere d’acquisto ridotto - e non solo o non più la paura dei contagi - aveva convinto gli europei a restare a casa. Specie coloro che puntavano alla Svizzera, penalizzata sotto tal profilo dalla forza del franco. Tutto ciò, unito alla riapertura delle frontiere in altri continenti e alla possibilità di ampliare i propri orizzonti, si tradurrà nei prossimi mesi in un calo dei turisti provenienti dall’Europa. Rispetto al 2022, se ne prevedono 160mila in meno, pari al 3%: e solo i prezzi proibitivi degli aerei, che hanno in parte limitato la fuga verso mete esotiche, impedisce che la reduzione sia di gran lunga maggiore.

Regno Unito in controtendenza

Unica eccezione il Regno Unito, che caso vuole non faccia parte dell’Unione Europea: il numero dei pernottamenti dovrebbe incrementare dell’11%. Ma non sono i britannici a fare da traino: piuttosto gli indiani, +343 mila stimati, e gli asiatici, con un +465 mila cui conribuiscono in maniera preponderante Cina (+264 mila) e Giappone (+116 mila). Nel complesso, si arriverà così a un incremento dei pernottamenti complessivi del 37%, pari a 1,6 milioni di persone in più.

Bene anche gli Stati Uniti: +9%

Che succede invece agli Stati Uniti? La domanda, sempre più importante negli scorsi mesi, non dovrebbe retrocedere. Rispetto all’estate del 2022 si prevede anzi un +9% per 142mila pernottamenti. In calo gli svizzeri che visitano la Svizzera, -7% (800mila): ma con 11 milioni di pernottamenti totali non c’è da lamentarsi proprio. Il turismo domestico è infatti superiore del 13% ai livelli del 2019, quando ancora il Covid non aveva impaurito e dissuaso dal varcare i confini.

Le previsioni fino al 2030

Probabile che, a medio termine, cresceranno ancora i mercati a distanza, stima Bak. In particolare, dal 2024 al 2030, potrebbero tornare in auge le tendenze positive registrateprima del Coronavirus, ma senza più picchi improvvisi. Quanto al mercato europeo, pare sia destinato a perdere quote, a vantaggio di quelli a lunga distanza. Il turismo domestico invece dovrebbe crescere, ma a ritmi lenti: poco più dell’1% all’anno.

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