Rapporti tra Svizzera e Ue: per Berna l’unica via percorribile è quella bilaterale

Chiara De Carli

09/12/2022

09/12/2022 - 16:10

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Per la Confederazione la via bilaterale rimane la soluzione più vantaggiosa per la Confederazione. È la conclusione a cui porta la bozza del rapporto sul tema Svizzera-Unione europea.

Rapporti tra Svizzera e Ue: per Berna l'unica via percorribile è quella bilaterale

La via bilaterale con l’Unione europea (Ue) è l’unica soluzione vantaggiosa per la Svizzera. È la conclusione a cui è giunto il Consiglio federale nella sua seduta odierna a seguito della discussione della bozza del rapporto “Stato delle relazioni Svizzera––Ue”. Il rapporto, che contiene un’analisi delle attuali relazioni bilaterali tra le due parti e un bilancio dei colloqui esplorativi con l’Unione europea (Ue), è stato adottato con riserva dei risultati della consultazione delle Commissioni della politica estera delle due Camere federali. Il Parlamento aveva auspicato in più occasioni che il Consiglio federale esprimesse una sua valutazione sulla politica europea. E nel rapporto, il Consiglio federale riconosce l’importanza sia dell’Ue come attore globale sia, per la Svizzera, del mercato interno dell’Ue e dei vari programmi di cooperazione.

Proseguire con la via bilaterale

Accesso al mercato interno, opportunità di cooperazione, margine di manovra politico e fattibilità della politica estera. Il rapporto traccia un bilancio intermedio della via bilaterale ed esamina le attuali opzioni della Svizzera in materia di politica europea sulla base di quattro criteri di valutazione. Inoltre al vaglio vi sarebbero le relazioni di libero scambio, il proseguimento della via bilaterale, l’adesione al SEE e l’adesione all’Ue. Nel rapporto, il Consiglio federale giunge alla conclusione che la via bilaterale rimane la migliore soluzione per la Svizzera.

Alcuni punti chiave della bozza del rapporto

Si sa per l’Ue la Svizzera è una presenza scomoda e per questo a volte i rapporti non sono facili. Nella bozza del documento si legge: "la prosecuzione della partecipazione settoriale al mercato interno e la sua estensione ad hoc potrebbero soddisfare le esigenze dell’economia svizzera di un commercio di beni e servizi il più efficiente possibile e di una stretta cooperazione in determinati settori, come hanno dimostrato diversi studi. Il margine di manovra della Svizzera rimane relativamente ampio. Tuttavia, l’Ue è disposta a proseguire e, soprattutto, a sviluppare il percorso bilaterale solo a determinate condizioni istituzionali, per le quali non sono ancora state trovate soluzioni accettabili per entrambe le parti".
La Svizzera nel 1992, a seguito di una votazione popolare, aveva bocciato l’ingresso nello Spazio economico europeo (SEE) e a riguardo a Berna ora scrivono "se la Svizzera fosse membro, avrebbe accesso al mercato interno europeo; sarebbe inoltre garantita la sua partecipazione ai programmi dell’Ue e l’associazione a Schengen/Dublino. Allo stesso tempo, sarebbe in grado di preservare la propria politica commerciale indipendente. Questa opzione sarebbe quindi sufficiente a soddisfare le esigenze dell’economia svizzera. All’interno del SEE, tuttavia, gli obblighi della Svizzera andrebbero ben oltre i suoi diritti di partecipazione".
Tra gli altri punti la tanto discussa adesione all’Unione europea (Ue). Nel 1997 e nel 2001 il popolo svizzero si era espresso chiaramente contro l’ingresso. Nell’analisi della bozza del rapporto si legge che "la piena integrazione della Svizzera come membro dell’Ue le consentirebbe sicuramente di partecipare pienamente al mercato interno". Ma "andrebbe oltre le esigenze economiche della Svizzera". Dal punto di vista della Svizzera, la piena partecipazione ai processi decisionali dell’Ue difficilmente potrebbe compensare il ridotto margine di manovra che deriverebbe da una piena integrazione.

Colloqui esplorativi

Il rapporto è stato redatto in concomitanza con i colloqui esplorativi in corso con la Commissione europea. Il 23 febbraio scorso il Consiglio federale aveva fissato i cardini del pacchetto negoziale. Anche le intenzioni dell’Esecutivo e i colloqui esplorativi avviati in seguito sono oggetto del rapporto. Nel documento si prende atto del fatto che la Svizzera e l’Ue sono riuscite a costruire un clima di fiducia negli scambi politici e, nelle tornate di colloqui esplorativi svolte finora, a raggiungere un’intesa sull’approccio «a pacchetto» proposto dal Consiglio federale, grazie anche alle consultazioni tecniche. Il rapporto tiene conto dei progressi compiuti e delle questioni ancora aperte rilevate dal Consiglio federale nella sua valutazione dei colloqui esplorativi del 23 novembre scorso. Prima che la Svizzera e l’Ue possano riprendere i negoziati è necessario trovare una base comune sufficientemente ampia. I colloqui esplorativi devono quindi proseguire a ritmi intensi.

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