Quella scia di denaro che porta a Putin. A Zurigo, quattro banchieri accusati di averlo coperto

Chiara De Carli

9 Marzo 2023 - 11:58

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Tre russi e un cittadino svizzero sono comparsi ieri in tribunale, in merito a dei conti correnti intestati al violoncellista Sergei Roldugin, confidente del presidente russo.

Quella scia di denaro che porta a Putin. A Zurigo, quattro banchieri accusati di averlo coperto

È stato uno scontro acceso quello avvenuto ieri in tribunale tra la procura di Zurigo e i legali intervenuti a difesa dei quattro dipendenti della filiale svizzera di Gazprombank, accusati di aver contribuito a nascondere decine di milioni di franchi per conto di Vladimir Putin. Il giudice, Sebastian Aeppli, ha deciso di pronunciarsi entro il prossimo 30 marzo.

Nessuna risposta da parte degli imputati

In aula il pubblico ministero ha tentato di scoperchiare il caso della scia di denaro dietro alla quale si sospetta vi sia il presidente russo, ma i quattro banchieri non hanno voluto fornire spiegazioni. L’accusa ritiene infatti che dietro ai conti incriminati intestati al violoncellista russo Sergei Roldugin, si nasconda il sovrano del Cremlino e il suo entourage e che Roldugin abbia fatto da prestanome. I funzionari, che ricoprivano ruoli di alto livello nella filiale svizzera della banca russa, sono accusati di aver aiutato il confidente di Putin a spostare milioni di franchi attraverso conti bancari svizzeri senza i dovuti controlli di diligenza. Il pubblico ministero zurighese ha chiesto nei loro confronti una condanna a sette mesi di detenzione sospesi con la condizionale. Gli avvocati della difesa si sono invece battuti per il proscioglimento dei loro assistiti.

Due conti aperti nel 2014

Il sospetto è su due conti aperti nel 2014 e gestiti dalla banca fino al 2016, intestati a nome di Rodulgin, padrino della figlia maggiore di Putin, Maria. Qui sarebbero stati depositati a suo nome, circa 50 milioni di franchi, dei quali però non è stata notificata la provenienza. Inoltre, molto probabilmente, era stato pianificato un trasferimento di oltre 10 milioni di dollari all’anno in conti svizzeri, attraverso una complessa rete di società di comodo.
Al New York Times Roldugin aveva dichiarato in precedenza di non essere un uomo d’affari e certamente non un milionario.

Alla sbarra tre russi e un cittadino svizzero

Gli imputati, tre russi e un cittadino svizzero, di cui non sono noti i nominativi, davanti al giudice sono rimasti in silenzio. Nessuno ha voluto commentare le accuse nei loro confronti.
Alcuni degli imputati sarebbero inoltre nel mirino del Dipartimento federale delle finanze, per aver fornito informazioni false all’autorità per i mercati finanziari (Finma).
I russi accusati, che volevano rispondere solo avvalendosi di un interprete, si sono poi lamentati del grave danno alla loro reputazione in caso di verdetto da parte del giudice.
Dal canto suo il procuratore Jan Hoffmann ha chiosato: «Tutte le prove sono contrarie al fatto che Sergei Roldugin sia il vero proprietario dei beni». E ha chiesto spiegazioni al gruppo: «Attraverso il conto di un violoncellista sono passati 30 milioni di franchi, nonostante non avesse affari. Era uno degli amici più stretti e più vecchi del capo di stato russo. Ha ricevuto milioni di prestiti per nuovi motivi sconosciuti e possiede il 20% di una societa russa con influenza sui media di tutto il Paese. Come è possibile?». «C’erano grandi sospetti», ha aggiunto.
Senza fare domande, dunque, i banchieri di Gazprombank hanno provveduto ad aprire i conti. «Non hanno approfondito con cura», ha detto il pm. E ha concluso obiettando: «Se non sono necessari chiarimenti in una situazione come questa, allora quando lo sono?».

Per la difesa le accuse non sussistono

Roldugin il 7 febbraio 2022 ha confermato per iscritto di essere il vero proprietario di tutte le società offshore e delle loro partecipazioni. Tuttavia il pm ha fatto notare che il violoncellista non ha chiarito le motivazioni per cui godrebbe di tanta ricchezza e influenza.
L’avvocato difensore Bernhard Lötscher, invece, ha fatto leva su chi sia il reale intestatario del conto, commentando che non esistano prove sul fatto che Roldugin non fosse il vero proprietario dei beni. Dunque la banca lo ha correttamente identificato come proprietario del conto.
Strategia condivisa anche dall’avvocato Thomas Sprenger che davanti al giudice ha affermato: «Sebbene non sia stato dimostrato che sia stata identificata la persona sbagliata come beneficiario effettivo, la procura accusa il mio assistito di aver identificato l’avente diritto economico sbagliato».
Il Cremlino ha respinto le insinuazioni secondo cui i fondi di Roldugin sono collegati al leader russo. Dichiarando che le finanze di Putin sono una questione di dominio pubblico, poiché regolarmente vengono dichiarati i suoi beni e il suo stipendio agli elettori russi.

Inchiesta partita dopo i Panama Papars

La Gazprombank Schweiz (GPBS) è una filiale del colosso russo Gazprom, a maggioranza statale, attivo nel campo delle materie prime. A seguito delle rivelazioni emerse nel 2016 dall’inchiesta giornalista dei “Panama Papers”, pubblicata dal Guardian insieme ad altre testate, la banca russa era finita nel mirino della Finma, facendo chiudere un procedimento certificando gravi carenze nella documentazione della banca sul riciclaggio di denaro.
L’ottobre scorso la GPBS ha annunciato la fine delle sue attività e si trova attualmente in fase di liquidazione.

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