E Novartis ne esce ancora pulita: nessuna tangente pagata agli americani

Sara Bracchetti

14 Settembre 2022 - 09:53

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Il giudice distrettuale ha respinto per la seconda volta la causa intentata da un ex collaboratore, secondo cui il gruppo farmaceutico avrebbe offerto soldi ai medici per promuovere il proprio farmaco contro la sclerosi multipla.

E Novartis ne esce ancora pulita: nessuna tangente pagata agli americani

Nulla da rimproverare a Novartis, sospettata per un attimo e più di aver pagato tangenti per promuovere uno dei suoi medicinali negli Usa. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Kimba Wood ha “scagionato” il gruppo farmaceutico svizzero: il fatto non sussiste, ha detto nelle scorse ore, dopo aver verificato le dichiarazioni del principale accusatore.

Pochi dettagli a sostegno delle accuse

Una fonte interna al gruppo, trasformatasi in delatore: Stephen Camburn, già rappresentante di Novartis, aveva denunciato il proprio ex datore di lavoro per aver provato a distribuire il suo farmaco contro la sclerosi multipla, Gilenya, con mezzi a suo dire poco leciti. I dettagli forniti a sostegno sono però risultati insufficienti nell’opinione del giudice federale, che ha repinto la causa per la seconda volta.

Una storia lunga quasi dieci anni

Per Camburn, infatti, si tratta di unq questione che va avanti da quasi dieci anni. Era il 2013 quando citò in giudizio Novartis ai sensi del False Claims Act, legge americana che consente a un informatore di chiedere conto di un reato presunto a nome proprio e di quello del governo. Nel marzo 2020 il primo smacco: il giudice Wood respinse il caso per mancanza di prove, consentendo però al querelante di provare a modificare il capo di imputazione con nuovi elementi.

Ma Gilenya vale già oltre il 5% del fatturato

Secondo le sue rivelazioni, Novartis avrebbe pagato vari medici con importi fino a 3.500 dollari per partecipare a eventi in cui Gilenya veniva sponsorizzato, con l’obiettivo ultimo di convincerli a prescriverlo. Una pubblicità di cui, peraltro, Novartis pare non abbia grosso bisogno, giacché il medicinale sotto esame resta una delle principali voci di entrata per l’azienda, che lo scorso anno ha fatturato per 2,8 miliardi di dollari nel mondo su un complessivo di 51,6 miliardi.

Investimenti sulle bioterapie a Basilea

Fatto sta che, anche stavolta, Novartis ne esce pulita; e alla Svizzera può continuare a proporre il volto buono di chi investe per il bene della società, di cui il business personale è conseguenza ma non fine. Di recente, per esempio,Novartis ha investito un centinaio di milioni di franchi per sviluppare la ricerca delle bioterapie nel campus di Basilea, attraverso «una stretta collaborazione tra ricerca e sviluppo e accelerare la transizione tra la fase preclinica e i primi test clinici».

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