Il Cremlino punta il dito contro l’Europa: «Nord Stream non riapre? Colpa vostra»

Sara Bracchetti

5 Settembre 2022 - 10:30

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Manutenzione disattesa: secondo il portavoce di Putin Dmitry Peskov, ospite in tv, il problema sta nell’incacacità dell’Unione Europea di rispettare un banale accordo.

Il Cremlino punta il dito contro l'Europa: «Nord Stream non riapre? Colpa vostra»

Uno scambio di accuse Est-Ovest, che sembra confermare avesse ragione l’Ue nel dire che lo stop imprevisto a Nord Stream 1 fosse più pretestuoso che necessario. Indispettita dalle parole scritte su Twitter da qualche commissario, adesso è la Russia a puntare il dito contro l’Europa: per dire che se il gas non scorre più la colpa è della mancata manutenzione che le competeva. «Se gli europei prendono una decisione assolutamente assurda di rifiutarsi di mantenere le loro strutture, o meglio, le strutture di proprietà di Gazprom, allora non è colpa di Gazprom, ma è colpa dei politici che hanno preso decisioni sulle sanzioni», ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, ospite alla tv di Stato nel programma «Mosca. Cremlino. Putin».

Contratto disatteso e futuro incerto

A suo dire, le responsabilità sono addirittura di natura contrattuale. L’accordo prevederebbe che siano gli acquirenti a dover mantenere l’impianto e se già fin d’ora «i loro cittadini soffrono di ictus quando vedono le bollette dell’elettricità», la situazione non può che peggiorare nel prosieguo, con il calare delle temperature. Come a ribadire che il Cremlino nulla può fare per chi non sa aiutare se stesso.

Salvini pretende uno scudo europeo

Ecco perché guadagnano attenzione le parole di Matteo Salvini pronunciate ieri al forum di Cernobbio, cavalcando un tema quanto mai populista. Mentre il presidente Sergio Mattarella ha dichiarato che «l’Europa è chiamata, ancora una volta, a compiere un salto in avanti in determinazione politica, integrazione, innovazione» e che «occorre continuare su quella strada, legando lo spirito del Green Deal e del Next Generation EU a una Europa cosciente del proprio ruolo», il leader della Lega si è scagliato contro l’opportunità delle sanzioni. «Avrebbero dovuto mettere in ginocchio la Russia, che invece ha un avanzo commerciale da 140 miliardi di dollari. Andiamo pure avanti così - ha provocato - ma mi aspetto nelle prossime settimane che a Bruxelles si vari uno scudo europeo».

Le divisioni della politica al forum di Cernobbio

Ma la politica italiana mostra tutte le sue divisioni, senza eccezioni dinnanzi a 370mila posti di lavoro a rishcio, stima Confcommercio. Per Enrico Letta, segretario Pd, comportarsi in maniera diversa significherebbe «retrocedere dall’Europa di serie A all’Europa di serie B». Sostanzialmente d’accordo Giorgia Meloni: «Se domani l’Italia si sfila dai suoi alleati e si gira dall’altra parte, per l’Ucraina non cambia niente ma per noi cambia tantissimo, perché l’Italia perde una postura seria e credibile».

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