Crisi energetica e risanamento edilizio: domande in crescita del 22%

Redazione

29/09/2022

29/09/2022 - 10:24

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Il forte aumento dei prezzi dell’energia sembra produrre un effetto positivo in Svizzera sul fronte delle ristrutturazioni con finalità energetiche.

Crisi energetica e risanamento edilizio: domande in crescita del 22%

Almeno una cosa buona la crisi energetica sembra averla portata.
In Svizzera gli investimenti nel settore edile rivolti al risanamento energetico degli impianti sono in netto aumento.
Lo conferma Credit Suisse nel Monitor immobiliare Svizzera del 3° trimestre 2022.

Nasce una nuova cultura

Da tempo l’edilizia spera che gli interventi di risanamento energetico facciano aumentare gli investimenti nelle opere di ristrutturazione e rinnovo. Una tendenza che in Svizzera sembra ormai aver preso una direzione ben precisa e che rischia di ridurre i tempi assegnati dal Consiglio di Stato per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Per riuscire nell’impresa, sarà necessario investire cifre per miliardi di franchi su opere a edifici, oltre a sostenere il settore industriale.

Le opportunità della crisi

Secondo quanto rilevato da Credit Suisse nel suo ultimo Monitor immobiliare, il forte aumento dei prezzi dell’energia sembra produrre un certo effetto da questo punto di vista: negli ultimi sei mesi, il volume totale delle domande di ristrutturazione presentate è stato del 22% superiore alla media decennale. A questo incremento hanno senz’altro contribuito anche gli interventi di risanamento energetico, che permettono di intensificare notevolmente l’effetto di una conversione alla pompa di calore e all’energia solare. Entrambe le tecnologie hanno registrato un vero e proprio boom e al momento non sono in grado di soddisfare completamente la domanda, con conseguenti tempi di attesa.

Risanare per risparmiare

I motivi che spingono molti proprietari di immobili a adottare nuovi approcci sono evidenti. Le oscillazioni fuori controllo dei prezzi dell’energia stanno cominciando a ripercuotersi sul consumatore finale. Nei primi otto mesi del 2022, il prezzo medio finale al consumo del gasolio per riscaldamento è stato infatti di circa il 60% superiore alla media del 2021, mentre nello stesso periodo il prezzo medio del gas ha superato di circa il 43% la media del 2021.

Ammortamenti ridotti

Il vantaggio in termini di costi delle pompe di calore è quindi salito al 65%, rispetto ad appena il 48% dell’anno precedente. Nel corso del prossimo anno questo risparmio dovrebbe per la verità diminuire leggermente, dato che anche i prezzi dell’elettricità sono in media superiori del 27%. Ciononostante, viene mantenuto un beneficio significativo a livello di costi pari al 54%, che riduce notevolmente il periodo di ammortamento dei costi di investimento tipicamente più elevati.

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