Quelle linee rosse imposte da Ubs ai dipendenti di Credit Suisse

Chiara De Carli

12/06/2023

12/06/2023 - 11:36

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L’Associazione svizzera del personale di banca chiede a Ubs di avviare i negoziati tra le parti sociali, anche alla luce della disparità di trattamento in atto tra i dipendenti per via delle nuove linee rosse.

Quelle linee rosse imposte da Ubs ai dipendenti di Credit Suisse

«Ubs ha rilevato formalmente Credit Suisse oggi, ma ha continuato a non rilasciare dichiarazioni specifiche su cosa significhi la mossa per i posti di lavoro». Tuona così il comunicato stampa diffuso dall’Associazione svizzera del personale di banca SBPV.
Perché distanza di 85 giorni da quel 19 marzo, quando venne data la notizia della fusione tra le due banche, i dipendenti non sono ancora stati informati riguardo al loro futuro.
A ciò si aggiunge la disparità di trattamento dei dipendenti di Credit Suisse e UBS con nuove linee rosse per le attività commerciali degli ex dipendenti di Credit Suisse.

Nuovi limiti per il personale di Credit Suisse

Secondo il Financial Times, la banca avrebbe infatti stilato oltre 20 linee rosse che vietano al personale di Credit Suisse diverse attività, a partire dal giorno della fusione, oggi lunedì 12 giugno. Si parla del divieto di acquisire nuovi clienti ad alto rischio e utilizzare prodotti finanziari complessi. Secondo queste regole restrittive non possono essere assunti clienti provenienti da Libia, Russia, Sudan e Venezuela. Per evitare problemi in materia di riciclaggio di denaro, non possono essere coinvolti nemmeno politici ucraini e imprese statali dei Paesi dell’Est. Inoltre, i nuovi prodotti non possono essere lanciati senza approvazione da parte della dirigenza di Ubs.
L’elenco comprende in tutto 11 rischi finanziari e 12 non finanziari e secondo il Ft è stato compilato dal dipartimento di Compliance, ovvero quell’ufficio incaricato nel garantire la conformità alle regole della banca. Ubs, contattata dall’agenzia di stampa Awp, non ha voluto commentare.

Ragioni da ricondurre al passato?

Sullo sfondo, molto probabilmente, i precedenti di Credit Suisse, conosciuta per accettare clienti difficili e a offrire prodotti ad alto rischio. Il mese scorso - infatti - il presidente del cda di Ubs Colm Kelleher aveva ammesso una certa preoccupazione «per la contaminazione culturale», implicando dei paletti severi per «chi entrerà in Ubs».

Avviare dei negoziati tra le parti sociali

Per l’associazione del personale di banca SBPV è giunta l’ora di prendere in mano i negoziati tra le parti sociali. Chiede infatti un processo di integrazione trasparente, il mantenimento del maggior numero possibile di posti di lavoro in Svizzera, la parità di trattamento dei 17 mila dipendenti di Credit Suisse e i 21 mila di UBS, un piano sociale comune e ampio nonché una maggiore protezione contro il licenziamento per i dipendenti con più di 55 anni di età.

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