Svizzera, nel 2022 l’indice dei prezzi di consumo registra l’aumento più alto degli ultimi 30 anni

Matteo Casari

12/08/2022

12/08/2022 - 11:45

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L’Indice dei prezzi di consumo (IPC) ha dato vita a un grafico che mostra la variazione in Svizzera a partire dal 1924. Il costo dei beni è aumentato del 3,4% rispetto all’anno precedente, il rialzo più consistente mai registrato dal 1993.

Svizzera, nel 2022 l'indice dei prezzi di consumo registra l'aumento più alto degli ultimi 30 anni

L’Indice dei prezzi di consumo (IPC) è lo strumento utilizzato dall’Ufficio federale di statistica (UST) per misurare le variazioni di prezzo dei beni e dei servizi in Svizzera in determinati lassi di tempo. L’Ufficio ha reso pubblico un grafico che indica le variazioni di prezzo mensili a partire dal lontano 1924. Nel corso di quasi un secolo, si può notare come l’indice dei prezzi sia molto variabile nel tempo. Al giorno d’oggi ci troviamo in un periodo in cui il costo dei beni è in crescita: è stato infatti registrato il dato più alto in quasi 30 anni.

Lo scenario attuale

Le misurazioni dell’Indice dei prezzi di consumo analizzano il rincaro dei beni e dei servizi rappresentativi del consumo delle economie domestiche, tra i quali, sottolinea l’UST, non figurano i premi dell’assicurazione malattia, mentre sono invece considerate le spese mediche e le singole prestazioni sanitarie finanziate mediante i premi. La situazione attuale è ormai nota a tutti, dato che la popolazione sta vivendo il periodo di crisi sulla propria pelle. In particolare la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’incessante inflazione che sta colpendo certi paesi sono tra le cause principali di questi tempi di recessione economica. In periodi come questo, la conseguenza dell’aumento del costo dei beni di consumo è più che comune in questi casi.

I dati degli ultimi anni

Il periodo odierno è segnato da una variazione in crescita dei prezzi dei beni del 3,4% rispetto all’anno precedente. La crescita attuale ha inizio a partire dal mese di aprile del 2021. Questo perché durante il periodo della pandemia, iniziato a febbraio 2020, la variazione cominciò ad essere in flessione, rappresentativa quindi di un ribasso del costo dei beni di consumo. Il picco in negativo, in questo caso è stato riscontrato nei mesi di maggio e giugno 2020. È quindi logico dedurre che, con il definitivo termine delle restrizioni contro il virus, i prezzi sono cominciati ad aumentare.

La variazione dei prezzi nella storia

Se consideriamo l’andamento di questi valori in un contesto a lungo termine, l’ultimo aumento così sostanziale dei prezzi è datato ottobre 1993, che tuttavia si collocava in uno scenario di fortissimo rialzo dei costi, dato che nel non lontano 1991 il dato registrava una crescita fino al 6,6%.
Come facilmente prevedibile, l’aumento più alto mai registrato da quando l’IPC è in attività è ovviamente quello degli anni della seconda guerra mondiale, quando la variazione massima ha raggiunto il +17,7% (1941) rispetto all’anno precedente. Altri lassi di tempo in cui sono stati registrati dei picchi sostanziali corrispondono al 1974 (+11,6%) e il 1981 (+7,5%). Dall’altra parte, il periodo con la maggior diminuzione del costo dei beni nel giro di un anno sono stati i primi anni ’30, con il massimo registrato nel 1932 a -8,6%, mentre altre annate in cui il prezzo dei beni e servizi è sceso considerevolmente sono stati il 1926 (-4,3%) e il 1950 (-2,6%).

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