Smart working anche per i frontalieri italiani: l’interrogazione delle deputate ticinesi Cristina Maderni e Sabrina Gendotti

Redazione

6 Ottobre 2022 - 14:59

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La decisione permetterebbe di equiparare le condizioni di lavoro dei frontalieri italiani a quelle dei colleghi francesi, in un’ottica favorevole anche al risparmio energetico.

Smart working anche per i frontalieri italiani: l'interrogazione delle deputate ticinesi Cristina Maderni e Sabrina Gendotti

Pubblichiamo integralmente l’interrogazione presentata oggi, 6.10.2022, da Cristina Maderni e Sabrina Gendotti, sulla possibilità di attivare lo smart working anche per i frontalieri italiani, così come avvenuto per quelli francesi.
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Lo scorso 13 luglio il Consiglio di Stato ha risposto alla nostra interrogazione n. 75.22 del 25 maggio 2022 Frontalieri in telelavoro parziale: parificare le soglie fiscali alle soglie di assoggettamento alle assicurazioni sociali?

In sostanza nella citata risposta si ammette che il telelavoro è uno strumento utile anche per affrontare il tema della viabilità e viene riconosciuto che questa forma particolare di attività lavorativa andrebbe regolata con le autorità italiane.
Però alla fine della risposta sembra che il Consiglio di Stato ritenga poco opportuno procedere in questo momento, laddove, riferendosi all’accordo sulla fiscalità dei frontalieri afferma esplicitamente che “non sia opportuno intervenire presso le autorità federali per sollecitare l’apertura di un ulteriore tavolo di lavoro; ulteriori negoziazioni potrebbero allungare le tempistiche per le trattative in
corso e la probabilità di trovare un accordo in tempi rapidi – come dimostrano le lunghe negoziazioni tra i due Stati in passato – è piuttosto remota.”

A nostro avviso questa valutazione del Consiglio di Stato non può essere condivisa. In effetti, per stessa ammissione del Governo, per regolare la questione del telelavoro non sarebbe necessario aprire una vera e propria trattativa volta a concludere un accordo internazionale con successiva procedura di ratifica a livello parlamentare. Nella risposta si legge infatti che sarebbe infatti sufficiente procedere con un accordo amichevole tra le rispettive autorità fiscali dei due paesi. Le discussioni e le trattative si svolgerebbero quindi ad un altro livello senza interferire nella procedura di ratifica in atto dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri.

Quanto sopra è corroborato anche dai recenti fatti avvenuti negli scorsi mesi. In effetti nel corso dell’estate con la Francia la Confederazione ha convenuto una proroga del regime straordinario dovuto al covid19 fino al 31 ottobre 2022, fissando contemporaneamente l’obiettivo comune di definire entro questo termine anche un regime duraturo che regoli il telelavoro dal profilo fiscale in periodi ordinari (régime pérenne).

Francia sì, Italia no?

Quindi con la Francia si sta procedendo in tale direzione, per il tramite di accordi amichevoli tra autorità fiscali. Perché non farlo anche con l’Italia?
La tempistica è più che mai opportuna ritenuto che anche con l’Italia la Confederazione ha recentemente concordato una proroga del regime fiscale straordinario fino al 31 ottobre 2022.
Meglio dunque agire prima che tale regime straordinario venga a scadenza fissando regole chiare e facilmente applicabili in una prospettiva futura. Inoltre, tenuto conto della crisi energetica in atto, il telelavoro, oltre ad alleggerire la situazione viaria del Canton Ticino, rappresenta un valido strumento per contribuire al risparmio di carburante, elettricità, riscaldamento. Una ragione in più per agire con sollecitudine nei confronti dell’Italia e chiedere di introdurre dei livelli soglia anche in ambito fiscale, simili a quelli già in vigore per le assicurazioni sociali, in modo da permettere alle aziende ticinesi di disporre di parametri chiari e univoci in tutti gli ambiti rilevanti. Proprio
come sta succedendo con la Francia.

Le richieste

Tutto ciò premesso si chiede al Consiglio di Stato:
1. Non ritiene che anche con l’Italia si possa agire come si sta facendo con la Francia, tenuto conto che un’intesa tra autorità fiscali non sia atta ad interferire nella procedura di ratifica parlamentare dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri?
2. Non considera opportuno attivarsi da subito in quanto il regime straordinario covid19 con l’Italia scadrà alla fine di ottobre?
3. Non reputa che l’introduzione di una soglia di telelavoro anche a livello fiscale permetta inoltre di meglio affrontare la crisi energetica?
4. Tutto ciò considerato, come già chiesto nel mese di maggio, è disposto ad intervenire a breve termine presso le autorità federali, affinché la Confederazione ricerchi in tempi rapidi con l’Italia una soluzione durevole per il telelavoro parziale dei frontalieri nel senso di introdurre un limite, pari a quello in vigore nel settore delle assicurazioni sociali. Avere un allineamento tra le condizioni tra oneri sociali e imposte alla fonte permetterebbe di evitare confusione e inutile burocrazia a lavoratori e aziende.

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