L’annus horribilis di Credit Suisse: nel 2022 perdita da 7,3 miliardi di franchi. Il titolo crolla del 5%

Chiara De Carli

09/02/2023

09/02/2023 - 16:10

condividi
Facebook
twitter whatsapp

Una disfatta preannunciata da tempo, che vede la seconda banca svizzera registrare il suo peggiore risultato dal 2008 a questa parte.

L'annus horribilis di Credit Suisse: nel 2022 perdita da 7,3 miliardi di franchi. Il titolo crolla del 5%

Cifre in profondo rosso per il 2022 di Credit Suisse. L’anno scorso la seconda banca svizzera ha registrato una perdita di 7,3 miliardi di franchi. Dopo che nel 2021 aveva già visto il proprio bilancio in negativo di 1,6 miliardi di franchi, a seguito del fallimento dell’hedge fund Archegos e alla liquidazione dei fondi Greensill. Si tratta della peggiore perdita dal 2008 a questa parte, quando sprofondava di 8,2 miliardi. Lo ha annunciato questa mattina la stessa banca, spiegando che l’anno è stato caratterizzato da un forte calo dei ricavi, ma anche da ristrutturazioni, cambiamenti di gestione e un massiccio deflusso di fondi dei clienti per l’ultimo trimestre.
Dopo l’annuncio le azioni perdono il 5% e precipitano a 3.09 franchi.

Una disfatta annunciata

Già a novembre, il gruppo bancario aveva previsto una perdita miliardaria nel quarto trimestre. Oggi la conferma: ammonta a 1,4 miliardi di franchi. Il risultato è stato appesantito anche da una forte perdita nell’Investment Bank e come conseguenza l’utile ante imposte è leggermente inferiore all’annuncio fatto da CS a novembre 2022, attestandosi s 1,3 miliardi di franchi.

Massicci deflussi

In autunno, a seguito delle voci che indicavano le difficoltà della banca, i clienti avevano ritirato massicci fondi. I deflussi netti nell’ultimo trimestre sono stati di 110,5 miliardi di franchi. Di questi, 88 miliardi erano già usciti nelle prime due settimane di ottobre.
Si sono poi ridotte le attività in gestione, arrivando alla fine dell’anno ad attestarsi a 1294 miliardi di franchi svizzeri. A fronte del patrimonio di 1.614 miliardi di franchi svizzeri, gestito da Credit Suisse alla fine del 2021.
Nel corso del trimestre, aggiunge la banca, l’indice di copertura della liquidità (LCR) è arrivato al 144%; il valore è sceso bruscamente a causa dei forti deflussi di cassa dovuti alle voci negative. Mettendolo a confronto con il terzo trimestre del 2022, CS riportava ancora un valore del 192% per l’LCR.

Scendono i guadagni

Nel terzo trimestre del 2022, l’utile netto si è attestato a 2,9 miliardi di franchi, un terzo inferiore rispetto agli ultimi tre mesi del 2021. Come anticipato, il calo più marcato è stato nei ricavi dell’Investment Bank, ma anche nell’Asset Manager e nella Swiss Bank.
Diminuiscono le spese operative del 31% a 4,3 miliardi di franchi svizzeri, su base annua. Ma nell’intero anno, i costi sono diminuiti solo del 5%.
Nonostante la situazione difficile, gli azionisti riceveranno un dividendo di 5 centesimi per azione, dopo i 10 centesimi dell’anno precedente.

Il 2023 non sarà tanto meglio

CS nel comunicato stampa ha assicurato inoltre che l’attuazione della trasformazione strategica sta procedendo rapidamente. E ha confermato gli obiettivi dichiarati nell’ottobre 2022.
A causa del difficile contesto di mercato e delle misure di ristrutturazione, è probabile che la banca di gestione patrimoniale e di investimento rimanga in rosso nel primo trimestre. Prevista una “significativa" perdita al lordo delle imposte per l’intero esercizio 2023, a causa dell’impatto negativo dell’uscita da diverse attività e dell’onere di ristrutturazione del gruppo. Il management continua a stimare le spese di ristrutturazione per il 2023 a circa 1,6 miliardi di franchi svizzeri. Nel 2024 si prevede che la cifra sarà di 1,0 miliardi.

Iscriviti alla newsletter